Aosta, Vigili del fuoco al voto per decidere se tornare statali
Nonostante la Regione non abbia ancora dato l'autorizzazione, i vigili del fuoco valdostani procederanno al referendum per decidere se ritornare a prestare i propri servizi antincendio al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.
Vigili del fuoco al voto nel referendum per decidere se tornare a prestare i propri servizi al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco
Si terrà, nelle giornate di martedì 12 e mercoledì 13 febbraio, dalle 6,30 alle 21,30, il referendum che coinvolgerà il personale dell’area operativa e tecnica del Corpo Valdostano dei Vigili del Fuoco. I «Sapeur» sono chiamati a esprimersi in merito decisione da prendere se tornare o meno a prestare i propri servizi al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Il referendum è previsto dalla Legge 20 maggio 1970, n. 300, dello Statuto dei Lavoratori.
Il perché di questa scelta
Demis Martinod, responsabile del sindacato autonomo CONAPO, e Igor De Belli, della FP-CGIL, sono molto chiari nel motivare la scelta. «La scelta di avvalersi del referendum si sensi dello Statuto dei Lavoratori è parsa come la massima espressione democratica. La speranza è quella che l’Amministrazione regionale possa finalmente rendersi conto del disagio in cui versano i Vigili del fuoco. Il disagio è sia di natura retributiva, sia di natura previdenziale. I Vigili del fuoco valdostani non godono degli stessi diritti di accesso alla pensione dei loro colleghi nazionali. Inoltre, il sistema di calcolo è per loro penalizzante».
Il silenzio dell’Amministrazione regionale
Sempre a detta dei due sindacalisti «l’Amministrazione regionale e la politica regionale non ha ancora ritenuto di affrontare le questioni irrisolte. Il personale, a seguito di un’assemblea, ha così deciso per un atto forte e inequivocabile». In effetti, nonostante l’ ampio anticipo con il quale sia stato data la comunicazione di indizione del referendum, l’Amministrazione regionale non ha ancora recapitato l’autorizzazione allo svolgimento del referendum all’interno della sede di servizio dei Vigili del fuoco. Categorico il pensiero dei sindacati, sempre per voce di Martinod e De Belli. «E’ con vero rammarico che constatiamo che l’Amministrazione non riesca a fronteggiare la situazione e non riesca a fornire risposte. Inoltre, con il silenzio, nega ai propri dipendenti di esercitare il sacrosanto diritto di espressione della loro volontà tramite il referendum. Rimaniamo fiduciosi in un ripensamento dell’utlima ora».
La decisione finale
Nonostante il silenzio trapelante da Place Deffeyes, il referendum si terrà ugualmente. La conslusione di Martinod e de Belli: «il diritto di espressione è sacrosanto e non è ammissibile che in Valle d’Aosta venga negato. In ogni caso i 182 Vigili del fuoco aventi diritto saranno chiamati lo stesso a votare. Non sarà certo un’Amministrazione sorda e cieca a fermarci».
(ch.ev.)