Truffa del falso carabiniere ad anziani: due arresti
L'operazione è nata dai carabinieri del Gruppo Aosta durante un controllo; Gianluca Palmieri e Maria Esposito sono ritenuti responsabili di almeno due truffe realizzate e tre tentate
Truffa ad anziani, dopo la chiamata di un falso giudice e l’arrivo in casa di persone spesso sole di un falso carabiniere, pronto a raccogliere la busta con quanto pattuito.
Questo il motivo che ha portato i carabinieri del Nucleo Radiomobile e del Nucleo Operativo della compagnia di Aosta ad arrestare, nella serata di mercoledì, Gianluca Palmieri, 28 anni, e Maria Esposito, 47 anni (in foto), entrambi residenti in Campania e accusati di truffa aggravata in concorso a danno di anziani e furto aggravato.
La scoperta
I soggetti in questione sono stati arrestati nella tarda serata di mercoledì al termine di un’attività informativa e di riscontro sul territorio da parte dei militari, che ha portato alla luce almeno due truffe eseguite e tre tentate.
La scoperta è arrivata nel corso di un controllo, quando una pattuglia del Nucleo operativo ha notato, a bordo di una Jeep Renegade, una donna già ripresa, a gennaio, dalla videosorveglianza in una gioielleria aostana, mentre tentava di comprare un collier in oro utilizzando un bancomat rubato a un anziano.
Insospettiti, i militari hanno deciso di seguire l’auto fino in via Volontari del Sangue, dove la Jeep si è fermata per far scendere un uomo. Avvicinatosi ai condomini della zona, lo stesso ne è poi uscito repentinamente, salendo nuovamente in auto. I carabinieri hanno così deciso di fermare l’auto per un’identificazione, quando alla centrale operativa è arrivata la chiamata di un’anziana che denunciava una truffa.
Da qui un controllo più approfondito, che ha consentito alla pattuglia di individuare due buste con goielli e 250 euro in contanti, per un valore complessivo di circa 10 mila euro. L’anziana, accorsa negli uffici di via Colonnello Alessi, ha poi riconosciuto la refurtiva, raccontando la vicenda.
Il modus operandi
Dal racconto è emerso il modus operandi utilizzato da Gianluca Palmieri e Maria Esposito. La donna, 78 anni e vedova, infatti, aveva ricevuto una telefonata da parte di «un soggetto ignoto qualificatosi come giudice del Tribunale di Aosta», che aveva presentato una richiesta: la consegna in una busta codificata di 5 mila euro, o equivalente in oro, per far sì che la presunta vittima di un incidente stradale, investita dal figlio della signora, ritirasse la denuncia.
La busta sarebbe poi stata ritirata a domicilio da un carabiniere. All’appuntamento, si è presentato Palmieri, fingendosi carabiniere in borghese. Insospettita, la donna ha chiesto che le venisse mostrato il tesserino identificativo, ma l’uomo, vistosi scoperto, ha strappato la busta dalle mani della donna e si è precipitato verso l’auto, venendo così scoperto dai militari.
Il comandante D’Angelo: «Denunciate»
«La chiamata in contemporanea al controllo e il nervosismo dei soggetti ci hanno consentito di scoprire le truffe e rinvenire anche la busta di un’altra persona, truffata il 5 febbraio – sottolinea il Comandante del Gruppo Aosta, Danilo D’Angelo -. Dopo il fatto abbiamo svolto un’intensa attività investigativa, che ci ha permesso di collegare la truffa del pomeriggio precedente e un altro tentativo di raggiro avvenuto nei giorni scorsi».
Le indagini
Il lavoro dei militari non si ferma qui. «Ora la nostra attività è volta a capire se questi fatti siano collegati ad altre truffe
avvenute sul territorio, come crediamo – continua D’Angelo -. Le indagini sono in corso, anche perché stiamo cercando di capire se la persona che telefonava era la stessa che poi presentava a casa delle vittime».
Oggi o al più tardi domani arriverà la convalida dei fermi dei due truffatori, rinchiusi nei carceri di Brissogne e Vercelli: «La refurtiva è già stata consegnata – spiega ancora il comandante del Gruppo Aosta -; la tempestività e il controllo del territorio sono stati un’arma vincente. Ora puntiamo a un’informazione capillare per far sì che le vittime, quasi sempre donne anziane, solitamente vedove, sappiano come comportarsi in casi simili».
Errore decisivo
Decisivo è stato anche un errore commesso dai truffatori: «Nella truffa del 16 gennaio – ricorda D’Angelo -, oltre ai soldi è stato rubato anche un bancomat, poi utilizzato in una gioielleria con videosorveglianza. Questo ci ha permesso di risalire ai responsabili, ora dobbiamo capire i diversi modus operandi utilizzati per provare a collegare i vari episodi, visto che si tratta di persone in trasferta dalla Campania».
A tutto ciò si sono sommate anche due tentate truffe, sempre nella giornata di mercoledì: «Una signora ha buttato giù il telefono, quando un sedicente giudice le ha parlato dell’incidente del marito; peccato fosse morto da dieci mesi. Bisogna fare attenzione e denunciare il prima possibile, anche perché i truffatori cercano di non dare tempo alle vittime di avvisare familiari e forze dell’ordine, magari tenendo occupati i telefoni».
Carabinieri alle Poste
Per rinforzare i controlli e coniugare l’attività «repressiva con la prevenzione» sarà presto attivata una nuova iniziativa: «Nei prossimi giorni i nostri militari si recheranno alle Poste e faranno la fila con le persone per controllare la situazione – conclude D’Angelo -. V
ogliamo essere vicini soprattutto alle fasce deboli. Le truffe, purtroppo, sono in continuo aggiornamento e dobbiamo stare a contatto con la popolazione per aggiornarci e per informare le possibili vittime».
D’Angelo sottolinea un ultimo aspetto: «Un carabiniere senza divisa non entrerà mai nelle vostre case – chiosa -; quelli in borghese sono destinati ad altre attività».
(alessandro bianchet)