Saint-Pierre, «Amministrazione estranea a qualsiasi organizzazione malavitosa»
Approvata una risoluzione condivisa tra maggioranza e minoranza sull'Operazione Geenna che ha portato in carcere l'ex assessora Monica Carcea
Il Consiglio comunale di Saint-Pierre prende una posizione ufficiale sui fatti che lo hanno in qualche modo coinvolto nell’ambito dell’Operazione Geenna che ha portato in carcere l’ex assessora Monica Carcea.
La risoluzione
«Il Consiglio comunale dichiara di non aver mai avvertito comportamenti criminosi che possano aver influito sulle funzioni amministrative del Comune. Dichiara l’estraneità di questa amministrazione comunale da qualsiasi organizzazione malavitosa; esprime la massima fiducia nei confronti dell’operato della magistratura».
E’ il testo della risoluzione condivisa nella riunione dei capigruppo di venerdì 1° febbraio e approvato questa mattina in apertura dei lavori del Consiglio comunale di Saint-Pierre.
«Il garantismo è alla base di ogni pensiero che caratterizzerà le nostre azioni in questa discussione – ha precisato la capogruppo di minoranza di minoranza, Alessia Favre -. Siamo coscienti che sia un momento molto delicato, ma riteniamo che l’azione amministrativa vada portata avanti e non ci è piaciuto come è stata gestita finora. Ribadiamo la disponibilità e la massima fiducia nei confronti del segretario comunale e degli uffici il cui operato non è mai stato offuscato dalle vicende emerse».
Le nuove nomine
Prima di entrare nel dettaglio dei lavori la comunicazione, in seguito alle dimissioni da ogni carica di Monica Carcea, notificata venerdì 1° febbraio, della nomina della nuova assessora, Elena Negro, che si occuperà di politiche sociali. Le deleghe della Carcea rimarranno in capo al sindaco Lavy.
Ancora vacante il posto in Consiglio comunale. Nessuno al momento ha voluto subentrare a Carcea. Ha rinunciato la prima esclusa, Nadia Gned così come il secondo, Riccardo Milanesio. La notifica sarà ora inviata a Gianluca Saccani.
Il Consiglio comunale
Una seduta tranquilla, a sottolineare la volontà dell’amministrazione di andare avanti con la regolare attività amministrativa. Chi si aspettava la folla di uditori è rimasto deluso, pochi gli abitanti, qualche esponente delle forze dell’ordine, quasi di più i giornalisti ad assistere ai lavori.
All’ordine del giorno due punti fondamentali per il paese che il sindaco, Paolo Lavy, voleva assolutamente portare a termine «succeda quel succeda»: il piano regolatore e il bilancio di previsione.
Piano regolatore
Lo strumento urbanistico che regola l’attività edificatoria del Comune è stato approvato, dopo un iter lungo circa 18 anni, con l’astensione dei consiglieri di minoranza (Alessia Favre, Cinzia Joris, Andrea Sapegno e Chiara Dell’Innocenti).
«Questo è il vostro piano regolatore. Ci asteniamo perché questa non è la nostra idea di piano» dice Favre. La consigliera sottolinea come la possibilità paventata dalla Regione che l’Hotel Lanterna possa essere destinato a residenza popolare «ci inquieta, ci turba e non ci trova favorevoli», così come evidenzia «l’inopportunità di snaturare l’area di Chevreyron dalla sua natura di luogo verde per realizzare un parcheggio pluripiano, inopportunità condivisa, a suo tempo, anche da parte della maggioranza».
Nessuna replica da parte del sindaco che mette ai voti il documento.
Bilancio di previsione
Il documento di programmazione economica e finanziaria, che ha ottenuto il parere favorevole della commissione competente, dell’ente pareggia per il 2019 sui 5 milioni 388 mila 492 euro. Tra gli obiettivi elencati dal sindaco Paolo Lavy «garantire il mantenimento del patrimonio comunale, garantire l’erogazione e la qualità dei servizi, contenimento delle tariffe, attenzione alle fasce deboli e realizzazione di alcuni investimenti».
Confermate le tariffe e le indennità sulle quali non manca la provocazione della consigliera Cinzia Joris, «avevamo proposto la rinuncia al gettone di presenza, quest’anno potremmo prevedere un test ai consiglieri sulla conoscenza dei documenti, potremmo risparmiare molto…». Una boutade, ha detto Joris, per ribadire la contrarietà del gruppo a favore di una revisione, in diminuzione, delle indennità.
I commenti
La capogruppo Favre ha voluto spiegare i motivi dell’apparente contraddizione tra il parere favorevole in commissione e l’astensione sul documento finale. «In commissione il parere non era per la condivisione dei contenuti del bilancio, ma per il metodo di lavoro. Una condivisione che in un primo tempo non c’era mai stata. Ci avete chiesto di portare le nostre idee e le nostre soluzioni – ha aggiunto Favre -, non lo abbiamo fatto per ribadire i rispettivi ruoli. Eventuali costruzioni di strategie andrebbero fatte con lungimiranza. Confermiamo la collaborazione su singoli punti, ma il nostro è in primis un ruolo ispettivo e di controllo e poi propositivo, con gli strumenti a disposizione della minoranza: interrogazioni, interpellanze e mozioni».
In conclusione la consigliera Cinzia Joris ha voluto ricordare che il bilancio, in gran parte, era stato preparato dall’assessora Carcea. «Ci siamo scontrati con lei negli anni, ma non ne abbiamo messo in dubbio le capacità e la preparazione. Bisogna dare atto a questa amministrazione di aver ereditato fatture non pagate per anni a professionisti, siete stati bravi a risolvere questa situazione, è una cosa che va riconosciuta al segretario, all’amministrazione e agli uffici».
A chiudere l’argomento ci pensa il sindaco Lavy: «L’assessora Carcea era un raccordo tra le decisioni della giunta e la parte tecnica degli uffici. Questo non è il bilancio dell’assessora, è il bilancio di questa amministrazione, con tutte le difficoltà del caso».
(erika david)