Corruzione elettorale: chiusa l’inchiesta su Domenico Avati
Secondo la Procura di Aosta, il candidato dell'Union Valdôtaine alle ultime regionali avrebbe fatto pressioni e promesso vantaggi a dipendenti e non del Casinò di Saint-Vincent in cambio di voti
Corruzione elettorale, per aver fatto presunte pressioni su alcuni dipendenti del Casinò di Saint-Vincent al fine di ottenere il loro voto e per aver promesso presunti vantaggi tradotti in possibili assunzioni e salti di carriera.
Le indagini
Questi i capi d’accusa che il pm Luca Ceccanti contesta a Domenico “Mimmo” Avati, 53 anni, dipendente della casa da gioco termale (era responsabile dei servizi di conta e segretariato), nell’ambito delle indagini per corruzione elettorale, condotte dai carabinieri di Saint-Vincent e Châtillon, all’interno dell’inchiesta chiusa in questi giorni.
Le accuse
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Domenico Avati (terzo escluso alle ultime elezioni regionali con 815 preferenze ottenute nella lista dell’Union Valdôtaine), in cambio di voti, avrebbe promesso posti di lavoro e spostamenti nell’ambito dell’organico del Casinò di Saint-Vincent.
L’accusato, difeso dagli avvocati Corinne Margueret e Alessandra Fanizzi, avrebbe rivolto promesse sia ai dipendenti della casa da gioco, che ad aspiranti tali.
Lo stesso, nell’ambito delle perquisizioni si era visto sequestrare appunti e materiale informatico, analizzati a fondo degli inquirenti.
Ricordiamo che, a seguito dell’inserimento del nome dell’ex direttore del personale nel registro delle notizie di reato, la casa da gioco aveva anche avviato un’indagine interna, dalla quale non erano emersi provvedimenti.
(al.bi.)