Aree contaminate, in Italia 6 milioni di persone a rischio
Aree contaminate: in Italia 6 milioni di persone sono a rischio, il 10% della popolazione. I in molti casi è emergenza pura. L’Ispra ne ha contati 12.482. Si tratta di siti potenzialmente contaminati, distribuiti su tutto il Paese, con un record di 3.733 casi in Lombardia. C’è anche la Valle d’Aosta: 32 siti contaminati.
Mentre i siti in cui l’inquinamento è stato considerato talmente grave da comportare un elevato rischio sanitario, e per questo definiti «di Interesse Nazionale» (Sin), sono 58. L’interesse, a partire dal 1998, era quello di bonificarli. Oggi per la maggior parte resta ancora da capire la portata della contaminazione. Sono aree industriali dismesse, in attività, aree che sono state oggetto in passato di incidenti con rilascio di inquinanti chimici, e aree in cui sono stati ammassati o interrati rifiuti pericolosi.
L’inchiesta di Milena Gabanelli
A portare alla luce la pericolosa situazione è la giornalista Milena Gabanelli, famosa per le sue inchieste quando conduceva “Report” su Rai3, oggi collaboratrice del Corriere della Sera con la rubrica “Dataroom”.
Siti contaminati: in Valle d’Aosta il caso Emarèse
In Europa i siti contaminati in attesa di bonifica sono 340 mila; in Italia 12.482. In Valle d’Aosta Fonte EEA – Elaborazione Ispra su dati Snpa) sono 32. Tra questi spicca il già noto caso di Emarèse: 23 ettari a forte rischio per la presenza di una cava di amianto, il cui primo lotto di lavori di bonifica, iniziato nel 2014, si è concluso a giugno 2017, con il secondo che è partito all’inizio del 2018. A essere interessata al secondo lotto è l’area Est, dalla frazione di Sommarèse fino a Éresaz. La zona è caratterizzata da un centinaio di piccole grotte da cui era estratto l’amianto. In questi anni è stato pulito il cratere in cui era portato il materiale di risulta ed è stato impermeabilizzato. Il materiale è poi stato rimesso in cava e ricoperto di terra vergine. «La salute degli abitanti è garantita – rassicura la sindaca Lucina Grivon -. Sono state installate tre centraline per il monitoraggio dell’aria, controllate dall’Arpa e dall’Usl, che hanno rilevato come i livelli siano stati sempre sotto i limiti previsti».
Per la bonifica del sito di Emarèse sono stati stanziati oltre 17 milioni di euro. Secondo quanto riportato, la bonifica della falda è giunta al 68%, mentre per i terreni la bonifica sarebbe ancora ferma al palo.
Stanziati oltre 3 miliardi
Finora la somma dei finanziamenti totalizza 3.148.685.458 euro. A fronte di questa spesa, «emerge l’estrema lentezza, se non la stasi, delle procedure attinenti alla bonifica dei Sin», scriveva, qualche mese fa, la Commissione Parlamentare di Inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti.
Alle procedure di bonifica inizialmente doveva pensare lo Stato, ma dal 2012 17 siti sono passati in carico alle Regioni. «Pensiamo a un fondo unico ambientale per sostenere le bonifiche», aveva dichiarato qualche mese fa il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa. Il suo predecessore, Gian Luca Galletti, aveva già riferito in un intervento al Senato, il 19 gennaio 2017, di circa 2 miliardi di euro stanziati «dal mio Ministero a favore delle Regioni, dei Commissari delegati e delle Province Autonome di Trento e Bolzano».
In Piemonte i circa 51 milioni stanziati non hanno ancora rimesso in salute le aree di Balangero, Pieve Vergonte e Serravalle Scrivia: qui, la bonifica delle falde e dei terreni è ferma allo 0%, così come nell’area contaminata di Cengio e Saliceto che il Piemonte condivide con la Liguria.
La situazione più critica è però in Lombardia: 5 aree contaminate da metalli pesanti, idrocarburi, PCB, inserite fra le priorità di bonifica. Le attendono da circa 18 anni. Eppure, c’erano e ci sono finanziamenti da parte del Ministero per oltre 200 milioni di euro: non sembra, perciò un problema di liquidità.
Grave rischio per la salute
L’Istituto Superiore di Sanità da anni monitora i rischi per la salute dei circa 6 milioni di abitanti che vivono nelle aree dei 45 (su 58) siti più contaminati d’Italia. Per chi ha meno di 25 anni, è stato registrato un aumento di tumori maligni del 9% rispetto a chi vive in zone non a rischio.
C’è un eccesso di malattie respiratorie per i bambini e i ragazzi; il rischio mortalità è più alto del 4-5% rispetto alla popolazione generale, con prospettiva di peggioramento.
In foto: il sito di Emarèse
(re.newsvda.it)