Furto, rubati i campanacci di Mauro Savin
All'artigiano di Challand-Saint-Victor è stata portata via, dal camioncino, tutta la produzione di un anno tra campane e collari
Svaligiato il furgoncino di Mauro Savin, artigiano di Challand-Saint-Victor, specialista nella lavorazione di campane e collari.
Savin, titolare della Sabofer, si trovava a Luserna San Giovanni, in Val Pellice, ieri, in occasione della Fiera dei Santi. Il suo furgoncino è stato forzato e all’artigiano è stata rubata tutta la produzione di campanacci e collari che aveva con sé. «Un anno di lavoro» commenta amaramente Savin.
Si è subito scatenato un tam tam di solidarietà nei confronti del professionista valdostano con l’appello pubblicato sulla pagina Facebook Campanacci d’Italia che invita gli appassionati a prestare attenzione.
«Aiutiamolo a individuare il farabutto. Sono campane con un marchio inimitabile. Se girano offerte sui siti o nei mercatini segnalatele a Mauro. O fate foto e postate su questo sito per verificarne la provenienza. Si tratta della produzione di un intero anno e quindi di una quantità considerevole. Anche i collari, le decorazioni e le fibbie sono speciali tutte uniche prodotte da lui» si legge nell’appello.
L’arte di Mauro Savin
Il maestro artigiano Mauro Savin (Sabofer) è erede di arte fabbrile da generazioni e anche fisarmonicista, maestro della corale Ru Herbal di Challand-Saint-Victor dove vive e lavora, componente con Alex Danna e Floriano Rosini del trio Les musiciens de la cour e ideatore della fisarmonica diatonica a bassi sciolti (modello Savin) prodotta dalla Verde fisarmoniche di Leinì.
L’intervista di Nadia Camposaragna
Dal suo lavoro e dalla passione per la musica è nata la sua campana musicale, la cui particolarità sta nel riprodurre le note di una scala cromatica (musicale) unitamente al suo particolare pensiero: «Il campanaccio che scegli ha la tua voce, quello che custodisci ha il tuo suono, quelli che usi sono la tua armonia, quello che doni … sei tu».
Mauro Savin, da dove si parte per costruire un campanaccio?
«Dalla billétta o da una lamiera spessa. Si tirano a caldo al maglio scegliendone forma e suono e continuando la lavorazione in forgia. Si assemblano i due gusci e si arriva alla rifinitura. A questo punto si continua la lavorazione sempre in forgia alla ricerca del suono. I tempi di lavorazione variano da 5 a 15 ore in relazione ovviamente alle dimensioni, si aggiunge il battente e si appone infine il timbro del costruttore e a seguire il collare, che abbellirà il tutto. Nel caso in cui un campano non riesca non lo si può recuperare, lo si deve buttare. Quando viene un pastore lascio scelga da solo, tra le campane che ho esposte, la sua armonia sulla scia del “suo” suono interiore. Intervengo solo successivamente per aiutarlo a comprendere l’ambito armonico (musicale) per quella specifica campana».
Qual è la difficoltà principale e una delle più belle cose di questo lavoro?
«È sempre la ricerca del timbro e del suono migliore e la cosa più bella di questo lavoro è per me star in mezzo alle storie dei pastori».
I collari
Ai campanacci di Mauro Savin fatti per le premiazioni alle varie eliminatorie delle batailles des reines e per la 22ª edizione della Bataille de moudzons – Trophée Ville d’Aoste del 13 ottobre 2018, si aggiungono i collari in cuoio dell’artigiano Fabrizio Martini (Selleria Le Cuir) che nel laboratorio di Quart ha confezionato anche quelli per l’Espace Mont-Blanc del 14 ottobre 2018, l’Interregionale Piemonte/Valle d’Aosta e il Combat Final rispettivamente il 20 e il 21 ottobre prossimi che iniziò ad apprendere il mestiere nel 1985 da Felice “Cino” Apostolo e dal 1995 è in proprio.
(e.d.)