Imprese: aspettative positive in quasi tutti i settori per la fine del 2018
La fiducia tra le aziende valdostane rimane positiva e in crescita rispetto alle aspettative del terzo trimestre che erano al ribasso
Aspettative in positivo in tutti i settori per quanto riguarda la fine del 2018. La fiducia tra le aziende valdostane rimane positiva e in crescita rispetto alle aspettative del terzo trimestre che erano al ribasso: tutte le voci analizzate (ordini, export, investimenti e occupazione) sono in territorio positivo.
Meno incisiva solo la produzione
A segnalare un tasso di crescita meno incisivo è solo la produzione. Positivi gli ordini fino a fine anno. Più debole l’export, sebbene in aumento, che resta ancora in territorio negativo.Le indicazioni più favorevoli provengono dai servizi. Lo spaccato dimensionale presenta un quadro tendenziale positivo per tutte e tre le classi considerate con risultati allineati per le grandi, medie e piccole imprese.La percentuale di aziende che riesce a garantire lavori a medio e lungo termine si mantiene costante dal primo trimestre del 2017 (media del 75%). Il 59% delle aziende intervistate prevede di fare investimenti per sostituzioni o ampliamenti. Stabile il dato relativo all’utilizzo degli impianti. Il 70% circa degli intervistati prevede di mantenere costante l’occupazione, mentre il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni rimane marginale.L’andamento degli incassi è stabile, mentre i giorni medi di pagamento tornano a salire lievemente sia tra privati che da parte della pubblica amministrazione.
Aspettative positive
“Le aspettative degli imprenditori industriali restano moderatamente positive – dichiara Giancarlo Giachino, Presidente di Confindustria Valle d’Aosta – ma l’incertezza legata alla politica commerciale americana, a cui si aggiunge la contrapposizione dell’Italia con l’Unione Europea sulla manovra economica e il ribasso del rating spingono a moderare i toni ottimistici. Il nostro Paese mostra, però,importanti punti di forza con alcuni settori altamente competitivi e sarà in grado di superare le criticità con una politica economica lungimirante che punti su investimenti, meno tasse, più lavoro e la semplificazione.”
L’analisi dettagliata
Con riferimento agli ordini interni, giudizi positivi sono stati espressi dal 16,67% del campione (era lo 0% nel trimestre precedente), percentuale che sale al 25% per il settore dei servizi. Per quanto riguarda l’export, scende di 2 punti la percentuale delle imprese che si dichiara fiduciosa su un aumento delle esportazioni. Ciò nonostante il saldo export resta negativo (da – 40% del terzo trimestre al -16,67% del quarto trimestre). Le previsioni più pessimistiche provengono dai servizi. Le dichiarazioni degli investimenti rimangono vicine ai livelli del terzo trimestre: in particolare sale dal 13,04% al 22,22% la percentuale delle aziende che prevede ampliamenti, mentre passa dal 34,78%al 37,04% quella di coloro che pensano di fare solo delle sostituzioni. Maggiore è la propensione a fare nuovi investimenti nel settore manifatturiero. Il grado di utilizzo degli impianti rimane quasi invariato rispetto al terzo trimestre, dal 69,47% al 68,42%. Quasi al 100% (98,33%) la capacità produttiva nel settore dei servizi, (+ 15 punti rispetto al trimestre precedente), mentre rimane ancora alta la disponibilità residuale della capacità produttiva per il manifatturiero che dichiara un grado medio di utilizzo degli impianti del 54,6%, contro il 63,08%del trimestre precedente. Con riferimento al carnet ordini rimane stabile la percentuale di imprese che hanno ordini oltre i tre mesi (38,89%), mentre si registra un rialzo degli ordini inferiori ad un mese (22,22% contro l’11,11%del terzo trimestre), percentuale che raddoppia per le imprese del manifatturiero (40% contro il 18,18% del terzo trimestre), compensata, però, da un aumento di quelli oltre i tre mesi (30% contro il 9,09% del terzo trimestre). Gli ordini da uno a tre mesi passano al 38,89% contro il 50% del terzo trimestre. Cambia la composizione degli ordini per i servizi che vedono una riduzione degli ordini oltre i tre mesi (50% contro l’86% del terzo trimestre) e un aumento di quelli da uno a tre mesi (50% contro il 14%del trimestre precedente).La liquidità rimane normale per il 62% delle imprese intervistate, come nel terzo trimestre dove si era registrato un 38% di ritardi nei pagamenti. E’ nel settore dei servizi a registrare un andamento costante degli incassi più elevato (75% contro il 50% del manifatturiero). I tempi medi di pagamento che avevano fatto registrare un miglioramento dal quarto trimestre del 2017 tornano a salire di 10 punti sia nei confronti dei privati (da 55 giorni del trimestre precedente 65 giorni), sia nei confronti della pubblica amministrazione (da 54 giorni a 65 giorni). La percentuale aumenta in maniera più rilevante per i servizi sia nei confronti dei privati (da 42 giorni del trimestre precedente 62 giorni), sia nei confronti della pubblica amministrazione (da 56 giorni a 71 giorni).L’indicatore dell’occupazione segna un livello in miglioramento rispetto a tre mesi fa (+17 punti). Le previsioni di Cig rimangono su livelli fisiologici (7% contro il 4% del terzo trimestre).
(re.newsvda.it)