Bitcoin Blues, la dipendenza da criptovalute che colpisce i Millenials
Le criptovalute sono una delle più grandi novità del mondo valutario. Queste non sono altro che monete virtuali decentralizzate, ovvero che non rientrano sotto il controllo di istituti finanziari. Ne esistono di diversi tipi ognuna delle quali con delle proprie caratteristiche. Quelle con una capitalizzazione di mercato significativa sono: bitcoin, bitcoin cash, ether, litcoin, ripple e dash.
Come funzionano le criptovalute
Nate come vera e proprio alternativa alle monete tradizionali, funzionano come mero e semplice metodo di pagamento. Infatti, sono accettate in alcuni tipi di negozi, ma non universalmente. Hanno ovviamente dei vantaggi e degli svantaggi. Questi ultimi sono principalmente legati al fatto che non esiste un sistema di rimborso e di protezione da frodi. Non va inoltre dimenticato che le criptovalute al momento non sono soggette ad alcun tipo di regolamentazione, anche se non si può escludere che questo avvenga nel prossimo futuro.
Una cosa a cui tutto questo si va a legare è il trading. Il trading in criptovalute è infatti una modalità di investimento che si sta pian piano sempre più diffondendo fino a diventare una sorta di moda. Ci sono diverse possibilità, ma la più semplice è quella attraverso i brokers, ossia degli intermediari, che possono essere sia persone fisiche che persone giuridiche, tra i clienti e i mercati. Ogni cosa ha però, come sempre, il rovescio della medaglia. Infatti, sono numerosi gli esperti sanitari che sottolineano come queste attività finiscano per creare una vera e propria dipendenza. Il paragone con la ludopatia è un qualcosa di immediato e va detto che alcuni aspetti, specie sotto il punto di vista delle sensazioni e delle emozioni, le due cose sono molto simili.
Un caso che può spiegare il tutto è quello della Corea del Sud. Secondo quanto riporta Slot Palace, nel Paese asiatico il numero di pazienti affetti da “Bitcoin Blues” è in crescita esponenziale. È possibile provare a dare qualche spiegazione. Prima di tutto va considerato che il fenomeno delle criptovalute è esploso prima che in altri Paesi. In secondo luogo, lo sviluppo tecnologico e il rapido adattarsi a questo dello Stato hanno portato i sudcoreani a essere tra i primi a investire in questo tipo di mercato finanziario. Ed è per questo che alcuni cittadini, con un mix di fortuna, abilità e astuzia, sono riusciti a diventare milionari. Ma, si sa, che più si vince e più si è spinti a giocare. È da qui che nasce la dipendenza.
Bitcoin blues è il chiaro segnale di un Paese spaccato in due, dove a dominare è soprattutto la disoccupazione giovanile, nonostante un tasso di istruzione elevato. “La generazione più giovane, in particolare, sta confrontando i soldi che guadagna con il duro lavoro, spesso con un salario annuale da $ 25.000 a $ 35.000, con milioni guadagnati dai loro pari attraverso monete virtuali”, questa la spiegazione data da Marian Chu per il Korea Biomedical Review. Insomma, la situazione sembra essere abbastanza delicata. Infatti molti sudcoreani, vedendo chi si è arricchito con e criptovalute, stanno abbandonando il lavoro. Una dipendenza che avere conseguenze non indifferenti e a dir poco preoccupanti.