CVA, possibile la quotazione in borsa entro la primavera
“La quotazione in borsa di CVA permetterebbe alla società di crescere e difendersi dai grandi gruppi”. Lo hanno spiegato questo pomeriggio, martedì 7 agosto, ai componenti la IV Commissione consiliare il presidente della società partecipata, Marco Cantamessa e l’amministratore delegato, Enrico De Girolamo. La riunione è stata trasmessa in streaming.
“Oggi il processo di quotazione è in stand by – ha comunicato Cantamessa -. Bisogna però che la politica decida abbastanza in fretta. Abbiamo tutto pronto, se i tempi di decisione per il sì saranno brevi, per l’autunno o la prossima primavera CVA potrebbe essere quotata in borsa”.
De Girolamo ha ricordato come CVA è una società partecipata regionale, “soggetta alla legge Madia, che fissa dei paletti stretti a questo tipo di società, che potrebbero creare problemi futuri alla società, considerato che si trova a competere con colossi dell’energia che hanno strutture più snelle, perché non soggette alla Madia”.
Acqua pubblica
“La proprietà delle acque è regionale e non c’entra niente con CVA – ha ricordato De Girolamo -. Diverso è il discorso delle concessioni, che scadono nel 2029 e che devono essere messe a gara con bando nel 2024. Senza quotazione, CVA rischierebbe di perdere la concessione, perché non potrebbe competere con i grandi gruppi. Siamo di fronte a un bivio come nel 2000, quando fu deciso con lungimiranza di acquisire le centrali”.
“Senza quotazione – ha ricordato De Girolamo – ci potrebbe essere il rischio del contenzioso, perché la Regione è unica concedente e allo stesso tempo è proprietaria di CVA. Una delle possibilità sarebbe quella di far partecipare alla gara per la concessione a una società che detiene una parte minoritaria di quote (dopo quotazione in borsa, ndr)”.
La quotazione
“La Regione venderebbe una parte minoritaria di CVA, mantenendo il controllo – ha detti Cantamessa -. La vendita delle quote potrebbe essere a beneficio della Regione, che potrebbe impiegare le risorse come crede, oppure optare per una divisione con CVA, che utilizzerebbe le risorse per fare nuove acquisizioni ed essere ancora più competitiva. Oggi CVA va bene, produce 3 miliardi di kilowatt/ora ha 858 milioni di ricavi e, un margine operativo lordo di 121 milioni e un utile netto di 41,6 milioni, ma senza crescita il futuro potrebbe essere grigio. Usando una metafora sportiva, è come partecipare al campionato di serie A di calcio con una squadra in fondo alla classifica che oggi sta a galla, ma rischia sempre grosso perché i competitor sono prestanti”.
(l.m.)