Processo Longarini-Cuomo-Barathier,il 26 ottobre il rito abbreviato
Caso Longarini-Cuomo-Barathier, il processo con rito abbreviato sarà celebrato il 26 ottobre. E’ l’esito dell’udienza preliminare tenutasi oggi, martedì 10 luglio, a Milano, davanti al giudice Guido Salvini. L’ex procuratore capo facente funzioni di Aosta, Pasquale Longarini, il titolare del Caseificio Valdostano, Gerardo Cuomo e il titolare del Grand Hotel Royal & Golf di Courmayeur, Sergio Barathier sono accusati dalla procura di Milano del reato di induzione indebita a dare o promettere utilità; al magistrato vengono anche contestati la rilevazione di segreti d’ufficio e il favoreggiamento.
Il rito abbreviato prevede che in udienza non vengano sentiti testimoni e non si proceda a dibattimento; in caso di condanna, la pena è ridotta di un terzo.
L’udienza preliminare
Presenti in aula i soli Longarini e Cuomo, insieme ai rispettivi difensori (rispettivamente, Claudio Soro e Corinne Margueret, e Maria Rita Bagalà con il prof. Lozzi); assente Barathier, rappresentato dall’avvocato Jacques Fosson, sostituto del collega Simoni. Per tutti gli imputati è stata presentata documentazione, frutto di indagini difensive. In aula sono intervenuti in udienza il sostituto processuale del prof. Lozzi e l’avvocato Andrea Giunti.
L’inchiesta
Il primo filone è stato chiuso dalla procura di Milano lo scorso marzo. Secondo gli inquirenti, Longarini, abusando delle sue qualità o dei poteri di pubblico ufficiale ed essendo titolare di un procedimento penale a carico di Barathier, in accordo con Cuomo avrebbe sollecitato Barathier a fornirsi di prodotti del Caseificio Valdostano per il Grand Hotel Royal & Golf. Barathier avrebbe in seguito effettuato ordini per un valore tra i 70 e 100 mila euro.
Le ipotesi di reato di rivelazione di segreti d’ufficio e favoreggiamento mosse a Longarini si riferiscono a quando il magistrato, nell’aprile del 2015, secondo l’accusa avrebbe aiutato Cuomo a eludere le investigazioni condotte dalla Dda di Torino in un procedimento penale di criminalità organizzata, rivelandogli di essere sottoposto a intercettazioni telefoniche. Una informazione che il magistrato aveva aveva appreso dai carabinieri di Aosta, in quanto titolare di procedimenti collegati.
(l.m.)