Protezione Civile Ana: esercitazione con le unità cinofile
Per la prima volta, i nuclei cinofili di soccorso di Liguria, Piemonte e Valle d'Aosta hanno partecipato a un'esercitazione a Rhêmes-Notre-Dame
Oltre 40 unità cinofile, composte di cane e conduttore, nell’incantevole scenario di Rhêmes-Notre-Dame, hanno partecipato alla Esercitazione del Primo Raggruppamento, che comprende i nuclei cinofili di soccorso di Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta.
Un momento di esercitazione e di aggiornamento per gli animali, suddivisi tra “operativi” e “in addestramento” di importanza centrale nel precorso di formazione delle Unità Cinofile di Soccorso della Protezione Civile dell’Associazione Nazionale Alpini, testimoniata anche dalla presenza, nel corso dei tre giorni, del Coordinatore Nazionale della PC ANA, Gianni Gontero con il suo Ufficio Stampa Nazionale, del Coordinatore Nazionale delle UCS, Giovanni Martinelli, e del suo vice, Clemente Violino, del Coordinatore della Protezione Civile ANA del 1° Raggruppamento, e del vice coordinatore Andrea Amighetti.
Il nucleo valdostano
Il nucleo Valdostano era presente quasi al completo: il caponucleo Mario Chiattone Bordon con Shine, il Responsabile dell’Addestramento Paolo Percali con Malasuerte, Ornella Blanchet con Neveya, Federica Manfredi con Kenya, Nicola Voyat con Keeper, Valter Chenal con Jasmine.
«A Rhêmes abbiamo avuto finalmente la soddisfazione di vedere operare le “nostre” unità cinofile di soccorso sul “nostro” territorio – ha sottolineato il coordinatore dell’Unità Sezionale di Protezione Civile della Sezione Valdostana dell’ANA, Lorenzo Grange, che con i propri volontari ha fornito l’intero supporto logistico alla manifestazione – Le Unità Cinofile dell’ANA, nonostante i brevetti ENCI conquistati e detenuti, dei loro curricula operativi in Italia ed all’Estero in ambito ANA non sono ancora riconosciute come operative in Valle d’Aosta da parte della Struttura Regionale di Protezione Civile, cosa che, davvero, dopo anni di attese, richieste, risposte evasive o “non risposte”, davvero comincia a starci, quali Protezione Civile degli Alpini, un po’ stretta».
(re.newsvda.it)