Spaccata Moncler Courmayeur: condanna a tre anni di carcere
La condanna per Ciprian Brasoveanu; rinviato a giudizio Lucian Dima Tudor; processo sospeso per Alexandru Istoc Andrei, irreperibile
Il gup Paolo De Paola ha inflitto tre anni di carcere e 600 mila euro di multa a Ciprian Brasoveanu, di 36 anni, residente a Torino per il furto con spaccata del 6 maggio 2017 nella boutique Moncler di Courmayeur (bottino 40.000 euro), confermando la richiesta del pm Carlo Introvigne.
Brasoveanu, con i due complici, aveva messo a segno il colpo con due auto rubate poco prima nella concessionaria Nuova Autoalpina di Charvensod. Per Alexandru Istoc Andrei (32) il processo è stato sospeso in quanto irreperibile, mentre Lucian Dima Tudor (34) è stato rinviato a giudizio (processo il 15 ottobre) dopo che il pm Carlo Introvigne si è opposto al patteggiamento.
I fatti
I fatti contestati risalgono alla notte tra il 5 e 6 maggio, quando i tre “predoni”, alle 4.34 sono entrati nel cortile dell’Autoalpina (come dimostra il video) e si sono impossessati di un’Alfa 159 (utilizzata poi per raggiungere Torino e recuperata ad Asti a luglio) e di una Fiat 500 Abarth (poi abbandonata a Courmayeur per probabile avaria e dalla quale sono arrivati i primi indizi). Le tre auto (con il “muletto” usato per raggiungere la concessionaria) escono in direzioni diverse dalla zona, ma si ritrovano alle 4.43 al casello di Aosta, per passare incolonnate con un telepass della concessionaria. Alle 5.05 l’ingresso nell’area pedonale di Courmayeur, con l’allarme scattato alle 5.10; 15 minuti e le due auto restanti si trovavano già al casello di Aosta. Di fronte al negozio Moncler, veniva poi ritrovato un blocco di cemento (vera e propria firma della banda) utilizzato per rompere il vetro.
Le indagini
Nel corso della indagini, Carabinieri e Procura di Aosta hanno potuto verificare come, ad esempio, l’abbigliamento usato dal Dima, fosse già stato utilizzato in una rapina del 28 aprile 2017 a una profumeria di Torino. Inoltre, nell’auto utilizzata nel capoluogo sabaudo, è poi stato rinvenuto l’equipaggiamento “abituale”: una corda (per staccare eventualmente le serrande), due estintori (per eludere la videosorveglianza), un blocco di cemento e altro materiale.