Allarme legionella al carcere di Brissogne: Osap attacca
Il sindacato sottolinea la grave situazione, poi risolta secondo il Comandante di reparto. L'organizzazione vuole però vederci chiaro
Pericolo legionella nelle tubature del carcere di Brissogne. L’allarme è lanciato dalla segreteria regionale sede distaccata di Aosta dell’Osap, che in un documento del 18 maggio scorso, segnala al direttore della casa circondariale «allarmanti voci circa la presunta presenza del micidiale batterio della legionella nelle tubature dell’acqua del nostro istituto». Nel comunicato diffuso dall’Organizzazione sindacale autonoma Polizia Penitenziaria, si legge come il disagio sarebbe causato «dall’incapacità della caldaia a raggiungere temperature idonee a sterilizzare l’acqua» comportando quindi «il rischio della presenza di tale batterio». Ricordando una situazione analoga verificatasi nel carcere di Alba, l’organizzazione chiede provvedimenti.
Le rassicurazioni
A stretto giro di posta arrivano le rassicurazioni del Comandante di reparto, Roberto Di Martino, che sottolinea come il 7 maggio «a seguito di tempestiva richiesta di intervento, la ditta “ACQUA 2 EAU S.a.s.”» sarebbe intervenuta per «eseguire una disinfestazione di tutta la rete dell’acqua calda sanitaria» si legge nella risposta. «Il successivo giorno 10 sono stati effettuati prelievi di verifica in svariati punti sensibili dell’istituto – spiega ancora Di Martino -. All’esito delle conseguenti analisi sui campioni prelevati, è stato possibile accertare che la sanificazione ha permesso di eliminare le alte concentrazioni del batterio, riportando i valori nella norma». Saranno poi prese contromosse, che dopo l’ottenimento del finanziamento da parte del Prap, si tradurranno nell’installazione «di apposito impianto di prevenzione, con dosaggio continuo, di prodotto antilegionella».
Il sindacato: «Nessun accertamento sanitario»
Alla risposta fa seguito un ulteriore affondo dell’Osap, che rimarca come non «risulta siano stati avviati accertamenti sanitari per sapere se taluno del personale o delle persone detenute abbia contratto il micidiale virus» peraltro «rilevato in altissima concentrazione nelle tubature». Il sindacato sottolinea come sia facile «dedurre che prima di detta data il personale residente in caserma e i detenuti ignari abbiano usato giornalmente le docce e, l’inalazione di acqua infetta è il principale modo di contrarre la legionella». L’Osap chiede quindi ulteriori delucidazioni e ricorda come questa sia la «ciliegina sulla torta di una situazione di degrado nella gestione della casa circondariale Aosta che adesso sconfinando le responsabilità amministrative veleggia verso ben altre responsabilità».
(al.bi.)