Teatro, Bian chiude le Prove generali di Palinodie
Successo per la prima edizione, dopo la numero zero dello scorso anno, della rassegna teatrale all'auditorium di Morgex
Con l’ultima replica della sua nuova produzione, Bian o la teoria dei barattoli, la Compagnia Palinodie ha chiuso, domenica 20 maggio, all’auditorium di Morgex, l’edizione 2018 di Prove Generali – Il teatro va in montagna?.
Bian – la teoria dei barattoli
Jean è nato fra le montagne ma è scappato lontano per trovare la sua strada nella vita. Chiara, fra le montagne, ci è arrivata da bambina e non ha più voluto andarsene. In seguito alla morte di Bian, magico guaritore e nonno di Jean, si rincontrano, si scontrano, si raccontano. Cosa sono state le loro vite in tutti quegli anni lontano uno dall’altra? Se qualcosa ancora li lega è proprio il paesaggio in cui si sono conosciuti bambini, in cui si ritrovano adulti. Bian o la teoria dei barattoli è l’ultimo lavoro della compagnia Palinodie, andato in scena sabato e domenica all’Auditorium di Morgex, dopo un brillante debutto allo Splendor di Aosta lo scorso 10 maggio.
«Bian scaturisce da alcune riflessioni di questi ultimi due anni – spiega Verdiana Vono, autrice e regista -; nasce dalla necessità di capire qual è il ‘giardino da coltivare’ di cui parla Voltaire nel suo Candide ou l’optimisme. Cosa significa questa indicazione per ognuno di noi? E qual è il giardino in cui decidiamo di vivere, di restare o di tornare? Un’altra matrice è l’aver maturato la coscienza di un rapporto squilibrato fra uomo e ambiente. In questo senso si tratta anche di uno spettacolo ecologico, se per ecologia intendiamo il tentativo di risanare la nostra relazione con il paesaggio che ci circonda». Bian è una storia che parte dal “qui” valdostano (simbolico e dunque potenzialmente contestualizzabile in ogni altrove) come luogo di fuga e ritorno, di origine e possibile rinascita, come suggeriscono le radici che campeggiano sulla scena e che fioriscono a poco a poco. I protagonisti calpestano la scena, prendendo direzioni opposte, incrociandosi, girando in tondo. Si muovono sincronizzati o si contorcono, ognuno nella propria ricerca di primavera. Cercano se stessi cercando la giusta posizione nello spazio. E imparano man mano a valutare i limiti dei propri barattoli, quelli cui allude il sottotitolo dello spettacolo, piccoli o grandi contenitori che riempiamo con sentimenti, speranze, paure e di cui spesso ignoriamo la capacità. «Se i miei fossero pieni solo a metà, se fossero mediocri, senza nulla di notevole?» chiede Jean a Chiara. Ma non esiste giusta misura in questo caso perché ognuno ha contenitori di forme e dimensioni differenti e solo prendendo coscienza di questa diversità si può ricomporre se stessi e così avviare un dialogo con gli altri. A dare voce e corpo a Chiara è proprio Tagliaferri, prima fondatrice di Palinodie insieme a Vono. Jean è invece Sylvain Deguillame, professionista nato a Verrayes ma da anni residente a Parigi, dove ha completato una formazione all’Esad (École supérieure d’art dramatique): Bian segna il suo debutto valdostano. Aiuto-regista è Luisa Zanin, mentre le scenografie sono di Chicco Margaroli.
Il debutto allo Splendor, lo scorso 10 maggio, è stato un successo in termini di soddisfazione ancor prima che di pubblico. «Si tratta di uno spettacolo innovativo rispetto a ciò cui sono abituati gli spettatori della Saison – racconta Vono -, ma nessuno è scappato. E i commenti, pur diversissimi fra loro, sono stati tutti positivi: è bello vedere anche come ognuno ci abbia letto qualcosa di diverso e di suo».
2012-2018: un bilancio
Bian segna anche la prima volta della compagnia Palinodie nella programmazione teatrale della Saison Culturelle. Dopo l’importante successo ottenuto portando in scena due anni fa Ballad to Shakespeare a Shangai, nell’ambito dell’International Experimental Theatre Festival, una piccola rivoluzione è avvenuta all’interno del gruppo, che ne è uscito, però, ulteriormente rafforzato. La compagnia si è infatti allargata grazie ad alcune nuove reclute, fra cui Elisa Zanotto e Maria Chiara Caneparo (nello spettacolo Apnea) e Carolina Zimara, manager organizzativa da quest’anno, cui si è aggiunta, negli ultimi mesi, la fruttuosa collaborazione con Deguillame.
Il 2018 segna la chiusura del finanziamento Funder35 della Fondazione Cariplo vinto dalla compagnia tre anni fa. Obiettivo principale resta quello dell’apertura verso nuove scene, dell’allargamento del raggio di diffusione degli spettacoli, in vista di un aumento non solo di visibilità ma anche di dialogo critico attorno ai lavori degli ultimi anni: Apnea, Bian, Racconti di Draghi sono attualmente in circuitazione. Al tempo stesso pezzi di repertorio proseguono il loro cammino in Valle e fuori Valle: Con la testa fra le nuvole verrà messo in scena in Piemonte ai primi di giugno. Al percorso di sperimentazione e maturazione artistica, portata avanti attraverso gli spettacoli si affiancano poi attività e collaborazioni varie legate a vari enti pubblici e privati. Un progetto non accantonato, nonostante le difficoltà insorte in seguito alla vittoria della maratona Hackathon, rimane quello di dare maggiore continuità alle attività di Palinodie attraverso l’allestimento di uno spazio di lavoro stabile ad Aosta. «La compagnia ha tenuto botta – commenta Tagliaferri -, soprattutto nel passaggio per molti di noi dal mondo dell’Università, che è stato un po’ il nostro incubatore, a quello del lavoro. Direi che la pluralità è il nostro punto di forza: ci sono attività che si svolgono con un certo gruppo di lavoro, altre con altri, cerchiamo di dividere i compiti per assecondare anche le inclinazioni di ognuno. Ovviamente tutti facciamo sacrifici ma li facciamo volentieri perché è un progetto in cui continuiamo a credere fermamente».
(miriam begliuomini)