L’uragano Ezel Alcu travolge l’Espace populaire
L'attivista kurda ha presentato mercoledì sera ad Aosta, città che le diede asilo politico nel 2009, il suo libro "Senza chiedere il permesso - Il mondobastardo"
«Dicono che ho 28 anni, ma penso che sono un’energia infinita. Ci sono stata sempre e ci sarò sempre».
Ezel Alcu, attivista kurda rifugiata in Italia dal 2009, dove arrivò «con un biglietto Vip di prima classe», destinazione Aosta, è tornata, mercoledì 9 maggio, nel luogo dove la sua «nuova nascita» ebbe inizio, l’Espace populaire che, con una famiglia aostana, l’accolse – tra i primi casi di asilo politico in Valle d’Aosta- e la ospitò per tre anni, per raccontare il suo libro, la sua vita e le tante Ezel che il suo corpo minuto racchiude.
“Senza chiedere il permesso – Il mondo bastardo” (End Edizioni) è lo specchio della sua autrice: incasinato, profondo e appassionato. Una raccolta di poesie, di racconti e fotografie «mescolate tutte insieme. Devo ringraziare la casa editrice che mi ha dato fiducia e ha accettato di darmi spazio, così, senza una cronologia. E’ così che è uscito fuori questo libro».
C’è la storia del popolo kurdo, la lotta contro il genocidio, la violenza dell’Isis, c’è la Ezel ragazzina rinchiusa in carcere a 13 anni per aver colpito i militari con una pietra mentre arrestavano i suoi familiari, c’è Ceylan, anarchica e combattiva e Viyan, la dignità.
E poi ci sono le poesie, l’amore per la sua famiglia, la sua terra, il suo popolo, l’amore universale. «Io sono tamarra forte, ma ho la mia parte emozionale, e nelle poesie non sono tamarra – dice con una semplicità disarmante -. Non ho ancora trovato il modo per tappare quel buco da dove escono le poesie, da quando avevo nove anni».
C’è anche tanta Aosta. A partire dalle persone che l’hanno spinta a riunire in un libro i suoi scritti, Melinda Forcellati e Giulio Gasperini, da chi le ha insegnato un italiano discutibile, «ma molto più comunicativo di quello che mi insegnavano a scuola», come Luca, il cuoco dell’Espace, e il racconto di quella prima mattina tra le montagne. «Le Alpi le avevo studiate a scuola e le avevo viste con Heidi. Chi pensava che un giorno sarei finita sulle montagne di Heidi!»
«E’ come se dentro a questo libro ci fossero cento Ezel diverse, che non capisci bene come fanno a convivere» scrive Zerocalcare, il fumettista aretino ispiratosi a Ezel Alcu per la protagonista del suo “Kobane Calling”, nella prefazione del libro.
«Zerocalcare ti ha fatto un regalo bellissimo con queste tavole» le fanno notare.
«Sì, ma il primo regalo gliel’ho fatto io. Senza di me non avrebbe mai scritto “Kobane Calling”».
Ezel Alcu presenterà il suo libro anche durante il Salone del Libro di Torino, domenica 13 maggio alle 17.30, nello stand della Valle d’Aosta.
(erika david)