Furgone con esplosivo, resta in carcere l’autista
Resta in carcere Agan Ramic, il cinquantaseienne bosniaco arrestato venerdì 13 aprile al traforo del Monte Bianco dopo il ritrovamento, all’interno del cruscotto del furgone che guidava,di 2,4 chili di tritolo. Lo ha deciso il gip di Aosta, Giuseppe Colazingari, al termine dell’interrogatorio di garanzia che si è svolto questa mattina, lunedì 16 aprile, nella casa circondariale di Brissogne e che è durato oltre due ore. Il giudice ha inoltre convalidato l’arresto. Davanti al pm, il bosniaco aveva respinto le accuse, sostenendo di essere “vittima della criminalità dell’est europeo”.
“Il mio assistito ha confermato le dichiarazioni che aveva reso durante l’interrogatorio di venerdì – ha detto all’Ansa Laura Marozzo, avvocato difensore di Agan Ramic dopo l’udienza di convalida . “Ora – aggiunge – dobbiamo aspettare che gli inquirenti facciano le indagini. Lui ha dato dei buoni spunti di lavoro, delle indicazioni importanti”.
Secondo l’arrestato si tratterebbe di una ‘vendetta’ nei suoi confronti da parte di gruppi criminali dell’est Europa che lui stesso aveva denunciato. Le indagini del pm Luca Ceccanti, sotto l’egida del procuratore capo di Aosta Paolo Fortuna, proseguono anche mediante richieste di rogatorie internazionali, per trovare riscontro alle dichiarazioni rese da Ramic.
Il ritrovamento dell’esplosivo
Il tritolo, insieme a due detonatori, era stato trovato nascosto nel vano dell’autoradio dai poliziotti della questura di Aosta, dopo una segnalazione giunta ai colleghi di Milano, i quali però credevano che il trasporto fosse di droga. Una volta fermato, Ramic non si era mostrato particolarmente colpito dall’accaduto. L’uomo è presidente della Onlus Bosna, un’associazione umanitaria che si occupa di trasportare ex profughi e materiale per questi ex profughi, dalla Francia alla Bosnia e viceversa. Partito da Annecy, Ramic era diretto in Bosnia con a bordo quattro passeggeri, interrogati e risultati estranei alla vicenda.
All’uomo, che ha doppia cittadinanza (francese e bosniaca) la procura di Aosta contesta la detenzione e introduzione nello Stato di esplosivi.
(re.newsvda.it)