Ripartire dalle Cime Bianche: Ski safari elettrico e geoparco del Monte Rosa per valorizzare il Vallone
Un geoparco del Monte Rosa e uno ski safari elettrico che colleghi le stazioni sciistiche valdostane. Sono le proposte basate sulla tutela e la valorizzazione del territorio esposte dal gruppo di lavoro “Ripartiamo dalle Cime Bianche”, oggi, martedì 3 aprile, durante una conferenza stampa.
Il dossier elaborato dal gruppo di lavoro, e inoltrato nei mesi scorsi alle istituzioni regionali, esamina nel dettaglio la più recente ipotesi di collegamento funiviario fra Ayas e Cervinia, presentata dall’assessore regionale al Turismo Aurelio Marguerettaz in occasione dello “Skypass” Modena lo scorso novembre. La relazione degli uffici regionali, frutto di un preciso impegno preso dalla Giunta regionale del 2016, rispolvera il Masterplan elaborato nel 2015 (Alplinks), proponendo però in questo caso un collegamento non più con il Colle superiore delle Cime Bianche bensì con quello inferiore.
I punti deboli del progetto
«Tale ipotesi era già stata scartata nel masterplan del 2015 a causa del suo eccessivo impatto ambientale – spiega il referente del gruppo di lavoro Marcello Dondeynaz -. Inoltre, la nuova relazione non tiene conto della perdita di indotto delle comunità e dei comprensori sciistici minori e, per quel che riguarda la stima dei ricavi, assume condizioni di mercato poco realistiche che oltre a basarsi sui dati dell’ultima fortunata stagione, presuppongono un aumento del 3% annuo delle presenze per garantire la copertura dei costi di costruzione e ammortamento». Ma le debolezze del progetto non si fermano a queste considerazioni: «Nella relazione tecnica non ci si è soffermati sul cambiamento dei gusti turistici in montagna – prosegue Dondeynaz -. Ormai, i molti che frequentano la montagna di inverno non vogliono solo sciare, ma pretendono un’offerta maggiore che il Vallone delle Cime Bianche può coprire con le sue bellezze naturalistiche, archeologiche e culturali».
Le proposte alternative
Il gruppo di lavoro ha elaborato due proposte alternative «per emergere a livello europeo come capofila, e non come terzi classificati», commenta Dondeynaz. La prima punta a collegare tutte le stazioni sciistiche valdostane con il car sharing elettrico. Un progetto di questo tipo «potrebbe giovare turisticamente a tutta la Valle d’Aosta con un decimo dei costi».
La seconda proposta riguarda invece la realizzazione di un parco diffuso della Valle d’Aosta, sfruttando, fra le altre cose, «l’unicum geologico del Vallone, valorizzando il museo a cielo aperto, l’estrazione della pietra ollare e il santuario botanico e faunistico». Per l’animatore del blog “andar per sassi – geologia e geoturismo in Valle d’Aosta”, Francesco Prinetti, «occorre infatti anche ricordare l’incredibile particolarità geologica del vallone, in cui la placca africana e placca europea si sono incontrate».
(sara sergi)