Difesa civica, la crisi non ha toccato la Valle d’Aosta
Aumentano i casi trattati dall'Ufficio di difesa civica della Valle d'Aosta, con un 23% in più rispetto al 2016. La maggior parte delle richieste proviene dalla Regione
La crisi che ha investito la difesa civica locale, dopo la soppressione del Difensore civico comunale nel territorio nazionale, non ha toccato la nostra Regione. Sono 1016, infatti, i casi trattati dall’Ufficio di difesa civica della Valle d’Aosta nel 2017, di cui 974 definiti nel corso dell’anno.
Il confronto con i dati del 2016, anche per effetto di istanze collettive, rivela quindi un incremento del 23% della casistica trattata nel corso dell’anno (inclusi i casi non conclusi negli anni precedenti, passando da 826 a 1016 casi); per quanto riguarda i casi nuovi, cioè quelli iniziati ex novo nel 2017, l’aumento è del 25,29%, ossia da 775 a 971.
Considerando i dati relativi agli ultimi sei anni, la crescita complessiva dal 2012 è di oltre il 125% (si è passati da 450 a 1016 casi).
A riferirlo è la Relazione annuale sull’attività svolta nel 2017, la sesta per Enrico Formento Dojot, difensore civico valdostano in carica dal febbraio 2012 (e dal 2017 vicepresidente del Coordinamento nazionale dei Difensori civici regionali e delle Province autonome di Trento e Bolzano), presentata giovedì 29 marzo a palazzo regionale di Aosta.
«L’incremento rilevato del numero complessivo dei casi trattati – ha spiegato Formento Dojot – quest’anno riguarda in particolare il settore dell’organizzazione (303 casi), con particolare riguardo al rapporto di lavoro alle dipendenze dell’Ente pubblico, seguito da quello dell’ordinamento (291 casi) nell’ambito del quale si ricomprendono i tributi, fra i quali anche quelli locali, i servizi pubblici, la residenza, le sanzioni amministrative, nonché dai settori dell’assetto del territorio (45 casi) che ricomprende tra l’altro l’edilizia, l’urbanistica, le opere pubbliche e le espropriazioni, e ancora dell’istruzione, cultura e formazione professionale (42 casi) che ricomprende, tra le altre materie, l’istruzione, la formazione professionale e il personale docente. Infine, l’ambito dell’assistenza sociale ha registrato nel suo complesso un lievissimo decremento, passando dai 136 casi del 2016 ai 134 del 2017: trattasi di casi principalmente riconducibili ai settori delle politiche sociali, dell’emergenza abitativa pubblica, nonché della previdenza e assistenza».
Le istanze, dopo quattro anni consecutivi in cui hanno riguardato in prevalenza gli Enti locali, in questo esercizio si ritorna ad avere la prevalenza dei casi relativi alla Regione (336 casi, 163 in più rispetto al 2016), seguita da quelli degli Enti locali convenzionati (288 casi, di cui 240 per i Comuni e 48 per le Unités), dalle Amministrazioni e dagli Enti fuori competenza (143 casi), dall’Azienda Usl della Valle d’Aosta (72 casi), dalle Amministrazioni periferiche dello Stato(54 casi), dagli Enti dipendenti dalla Regione con 14 casi.
Gli Enti locali che hanno beneficiato i propri amministrati del servizio fornito dall’Ufficio del Difensore civico regionale ammontano ad oggi a 81, di cui 73 Comuni e 8 Unités des Communes valdôtaines.
«Nel corso del 2017, l’Assemblea comunale di Oyace ha formalizzato la convenzione. Inoltre – ha aggiunto il difensore civico – anche il Comune di Courmayeur, l’ultimo Ente locale non ancora convenzionato, ha approvato la bozza di convenzione con il Consiglio regionale il 26 marzo, primo step in vista della sua formalizzazione. Con questo prossimo convenzionamento si raggiungerà, finalmente, l’obiettivo di fornire il servizio di difesa civica a tutti i cittadini valdostani, garantendo così la protezione dei diritti e degli interessi dei cittadini e nel contempo favorendo il corretto funzionamento della Pubblica Amministrazione.»
«La maggior parte dei privati cittadini chiede una consulenza sul tema del lavoro, oppure di fare da tramite con gli enti – prosegue Formento Dojot. – La ripresa economica c’è ma il lavoro per i giovani è ancora incerto, non permette loro di fare progetti stabili. Tuttavia, la parola chiave per il futuro deve essere “responsabilizzare”: se gli Enti comunicano con efficacia, mostrando che pagare le tasse è essenziale, i cittadini capiranno che le scelte che compiono ogni giorno ricadono sull’intera comunità».
(na.bl.)