Ztl Aosta, accessi dimezzati e ridefinizione delle zone
In meno di un mese gli accessi al centro storico sono passati da 22 mila a 11 mila. Dall’entrata in vigore, lo scorso 1° marzo, del nuovo regolamento per l’accesso alle Ztl, le polemiche non si sono quasi mai placate. Per l’assessore alla Mobilità del Comune di Aosta Andrea Paron però due immagini sono sufficienti per valutare l’effetto positivo del regolamento: «La prima riguarda certamente piazza Giovanni XXIII finalmente libera dalle auto, la seconda è un dato, che vede dimezzati gli accessi». L’obiettivo di ridurre le macchine «e rendere più fruibile e sicuro il centro storico, può dirsi quindi in maniera tangibile raggiunto».
Continuano le lamentele di commercianti e residenti
Molti commercianti e alcuni residenti continuano però a segnalare delle situazioni di disagio, e nella commissione consiliare di oggi, martedì 27 marzo, la discussione si è incentrata essenzialmente su 3 zone della città: via Martinet, via Tourneuve e via Vevey. Il tema è stato riportato in aula dal consigliere Lega Andrea Manfrin, e dalla capogruppo 5 Stelle Patrizia Pradelli, a seguito di due distinte mozioni che non sono state discusse nello scorso Consiglio, una perché ritirata e l’altra perché non ammessa.
Nuova zona Ztl
«Al di là delle situazioni specifiche e quelle già risolte con una serie di modifiche al regolamento, quello che possiamo fare è ipotizzare una sorta di Ztl B – spiega Paron -. Di fatto, lasceremmo una zona da garantire e tutelare sotto tutti i punti di vista e un’altra in cui sarà possibile consentire più soste e orari più ampi. Tuttavia, prima di prendere decisioni vogliamo confrontarci con residenti e commerciati e un incontro è previsto dopo Pasqua». Oltre alle vie citate «vogliamo anche considerare altre zone, come per esempio via Treves, via Abbé Gorret, via Collegio».
Privacy e bolle di accompagnamento
Altri dubbi sono invece stati espressi dal presidente della commissione Luca Girasole (Epav), e il più «spinoso» riguarda un aspetto legato alla privacy, per cui una ditta sta rifiutandosi di consegnare le bolle dopo ogni accesso: «Ai corrieri vengono richieste le bolle di accompagnamento che contengono alcuni dati sensibili che riguardano l’attività che riceve il materiale. Che finalità può avere per la Ztl avere accesso a questi dati? Il fornitore teme addirittura di essere denunciato dall’acquirente. Per di più, c’è chi fa 150 o anche 200 consegne e per tutte vengono richieste queste bolle, non basterebbero solo gli estremi per sburocratizzare la situazione?». A sciogliere il dubbio è la responsabile Ztl dell’Aps, Giulia Pasi: «Per quel che riguarda la privacy viene firmata una sottoscrizione, non c’è quindi nessun rischio. Sono dati necessari perché noi dobbiamo sapere il motivo per cui si entra il centro: se lo fai per 4 mozzarelle vuol dire che non vi è davvero necessità e si può usufruire degli stalli all’esterno».
(sa.se.)