Aosta: il quartiere Cogne chiede controlli e videosorveglianza
Incontro pubblico tra associazioni della zona e questura: dai residenti una richiesta di maggiore sicurezza
«Vogliamo più interventi da parte delle forze dell’ordine e videosorveglianza». In soldoni sono queste le richieste espresse da una quindicina di residenti del quartiere Cogne che ieri sera, venerdì 23 marzo, hanno preso parte all’incontro pubblico sulla sicurezza al Cral Cogne di corso Battaglione. La serata è stata organizzata dal Meetup Augusta Praetoria e dall’Associazione quartiere Cogne, e a rispondere alle domande e alle perplessità dei cittadini è stato il vice questore Francesco Menchiari, dirigente della divisione di polizia amministrativa, sociale e dell’immigrazione.
Valle d’Aosta fra le regioni più tranquille di Italia
«In una terra come la Valle d’Aosta, che con meno di 4.500 reati all’anno (1.400 solo ad Aosta nel 2017) si configura – insieme al Molise – come una delle regioni più tranquille di Italia, effettivamente il quartiere Cogne presenta alcune problematicità di cui siamo a conoscenza», spiega Menchiari.
Urbanistica e sicurezza
Per il vice questore una delle componenti che influisce sulla percezione della sicurezza, o insicurezza, «è l’aspetto urbanistico stesso del quartiere, tale per cui la sua estetica non si ripercuote in maniera entusiastica sull’animo. Dal punto di vista della sociologia urbana, vivere in un palazzo grigio in periferia dà per forza di cose una percezione della sicurezza inevitabilmente differente piuttosto che vivere in piazza Chanoux».
La paura dei residenti
Una premessa che però ad alcuni cittadini non va giù, «perché non è l’estetica a determinare il malumore, ma certa gente, e certi comportamenti – dicono i partecipanti -. Siamo disturbati giorno e notte, e negli ultimi anni la situazione è decisamente peggiorata, una volta si stava bene, adesso si accoltellano, si minacciano, si picchiano». Per Menchiari «si tratta di problemi noti alla Polizia, e un’altra componente delle problematiche del quartiere è la concentrazione di residenti con forte disagio, legato in particolar modo alla tossicodipendenza. La prima cosa da fare, in tutti questi casi, è allertare le forze dell’ordine e non avere timore a denunciare alcuni fatti». È critica Rosalia Ventrini, la presidente dell’Associazione quartiere Cogne, secondo cui «talvolta la polizia non è intervenuta dopo una chiamata». Ma Menchiari smentisce e assicura «che in controlli non mancano, e che si è sempre intervenuti quando contattati».
Nessun incombente pericolo legato agli stranieri
Sulle perplessità di un residente che vede nell’immigrazione uno dei fattori principali di insicurezza Menchiari risponde che «i richiedenti asilo sono fra i 250 e 280 in tutta la Valle: non c’è certo questo incombente fenomeno di pericolo legato agli stranieri. Ci sono certo anche lì dei casi di devianza, ma vengono subito gestiti».
Menchiari ha poi risposto ad alcune domande dei cittadini, che su richiesta delle associazioni sono state raccolte in anticipo – così come i nomi dei giornalisti che intendevano partecipare all’incontro, a cui è stato indicato di non fare domande e richiedere interviste durante la serata per «evitare strumentalizzazioni» -, inerenti i comportamenti da attuare in alcuni casi specifici, come ad esempio il ritrovamento di siringhe per strada o cosa fare se si assiste a una lite o si ricevono minacce.
Tutti i dettagli su Gazzetta Matin in edicola lunedì 26 marzo.
(sara sergi)