Museo VdA e migrazioni, verso la sua costituzione
Approvata all'unanimità, l'iniziativa promossa dal consigliere Etienne Andrione: «necessario preservare una memoria collettiva che ha subìto emigrazione e immigrazione».
Primi passi verso la costituzione di un Museo della storia della Valle d’Aosta e delle sue migrazioni.
È stato approvata all’unanimità durante il Consiglio comunale di mercoledì 21 marzo, l’iniziativa proposta dal consigliere Etienne Andrione sulla costituzione del Museo della Valle d’Aosta.
L’impegnativa chiede di sensibilizzare il Consiglio regionale e il Celva, affinché si proceda con la creazione del Museo, la cui realizzazione era già stata proposta da Andrione fra le pieghe della mozione per la rimozione della Lupa capitolina da piazza della Repubblica, nel Consiglio comunale di novembre. Al tempo il tema non aveva trovato spazio nel dibattito. Oggi però in molti, fra consiglieri e assessori, hanno preso la parola appoggiando la proposta di Andrione.
Preservare una memoria condivisa
«Bisogna preservare una memoria collettiva che ha subìto fenomeni di emigrazione e immigrazione che ne hanno modificato profondamente il profilo etnico e culturale», spiega Andrione che sottolinea – non senza lasciar trasparire la critica nei confronti di «una recente accettazione dell’autonomia associata principalmente ai benefici finanziari» – che «non esiste una storia condivisa della Valle d’Aosta, e che questa carenza non può che avere ripercussioni negative, prima fra tutte la mancanza di un’idea di futuro comune». È per questo che secondo Andrione e il Consiglio comunale compatto, «occorre creare un luogo delle memorie collettive, che permetterà di capire davvero la Valle d’Aosta».
Approvazione unanime
Per Nicoletta Splegatti della Lega si tratta di «un’ottima iniziativa, perché accettando di vivere in un certo luogo se ne acquisiscono i valori, anche se non appartengono al proprio patrimonio familiare». Più critico Luca Lotto (M5s) che polemizza su «chi si è ritagliato l’autonomia solo a parole» e per il sindaco di Fulvio Centoz la creazione di un museo è un buon metodo «per ripensare l’autonomia in chiave moderna e più inclusiva rispetto al passato». La proposta mette tutti d’accordo, perché «bisogna porre rimedio a questa mancanza», commenta Monteleone (Pd), e permette, secondo Carola Carpinello di Altra Vda e Loris Sartore di Alpe «di far recepire quanto la storia della Valle d’Aosta sia influenzata dalle migrazioni, perché la valdostanità non è solo un cognome che finisce con la z». L’unica nota critica è quella del leghista Andrea Manfrin, secondo cui «certo non deve trattarsi di un museo di quelli che stanno qui a farsi mantenere».
Nella foto, il consigliere comunale Etienne Andrione.
(sa.se.)