Movimento 5 Stelle, la trasparenza è a porte chiuse
Una sessantina di persone hanno partecipato all'incontro "Partecipazione è trasparenza" per proporre la loro candidatura nelle liste regionali del Movimento. Prudenza sui nomi, l'unica certezza è Luciano Mossa capolista.
Trasparenza a porte chiuse per la riunione di ieri sera, lunedì 19 marzo, ad Aosta del Movimento 5 Stelle.
«I giornalisti possono fare qualche scatto, parlare un attimo con noi ma poi devono uscire». Sono le direttive snocciolate dal coordinatore e consigliere regionale 5 Stelle del Piemonte Davide Bono e che il Movimento 5 Stelle Valle d’Aosta ha applicato durante l’incontro pubblico “Partecipazione è trasparenza”all’Hostellerie du Cheval Blanc di Aosta.
Lo scopo dell’incontro era raccogliere le proposte della popolazione per colmare quelle «quote ancora aperte» riservate ai «rappresentanti dei cittadini che non siano riconducibili al sistema partitico-politico tradizionale». Non una parola da parte dei papabili candidati fino a che i giornalisti sono in sala, tutto quel che si sa sulle persone che si sono proposte per la candidatura lo hanno spiegato al termine dell’incontro (durato circa un’ora e mezza) Patrizia Pradelli, Luca Lotto e Bono.
Luciano Mossa capolista
L’unica certezza condivisa è che Luciano Mossa, il finanziere già candidato al Senato lo scorso 4 marzo, sarà il capolista. Si sono proposti come candidati «dai super laureati agli operai – spiega Pradelli -, alcuni non potranno candidarsi perché in passato appartenevano ad altri partiti, da Rifondazione comunista, all’Uv, all’Uvp e Dc». Inoltre, puntualizza Lotto, «chi ha fatto politica dopo il 2009 – anno della nascita del movimento – non può iscriversi. Chi l’ha fatta prima, fra i cittadini comuni, nemmeno».
Raccolta firme
Con l’uscita dei consiglieri Roberto Cognetta e Stefano Ferrero, il Movimento 5 Stelle non ha più rappresentanti in Regione. Dovrà quindi raccogliere almeno 1000 firme per poter presentare la propria lista. I tempi sono stretti, la lista ha già raggiunto il minimo di 18 nomi, e potrebbe arrivare a 35. Sulle «quote aperte» ai cittadini invitati a proporsi come futuri candidati però non si hanno nuovamente numeri certi: «Una mezza dozzina», dice Bona, «anche una quindicina», dice Pradelli, «non è detto però che si voglia arrivare a 35 candidati», sottolinea Lotto. Le candidature proposte alla “commissione esaminatrice” saranno ora mandate ai vertici per verificare che tutto sia in regola con lo statuto del Movimento.
Prudenza sui nomi
Oltre a Mossa però di nomi non se ne fanno: «Potrebbe anche esserci qualche personaggio più noto – ammettono dopo qualche tentennamento – qualche esponente di categoria, ma ancora è tutto da verificare». È vero che «più si scende di livello, dalle Regionali alle Comunali si ha la tendenza a votare il cugino, l’amico, il parente – commenta Bono –. Non diciamo di avere la bacchetta magica ma sarebbe bello che in anche in realtà medio piccole la gente votasse secondo coscienza». E non manca la fiducia in un «posto in cui il voto di scambio c’è sempre stato» perché «lo spoglio centralizzato non permette più il controllo e le persone possono essere libere dalla paura di essere controllate. Adesso nessuno potrà più dimostrare che hanno votato noi», aggiunge Lotto.
Il programma
Il programma dei 5 Stelle per le Regionali è stato definito in parte, ed è ancora da delineare in concreto, sulle partecipate per esempio le idee non sono chiare, venderle o tenerle? «Non abbiamo una lampada di Aladino – commenta Pradelli –, come si fa ad avere una soluzione su un problema così difficile? Non si possono mandare a casa i lavoratori. Il Casino è in profondo rosso, si può pensare a una privatizzazione, è una valutazione da fare, ricollocando i lavoratori, anche se ci sono 5 segretarie per scrivania, dobbiamo rappresentare tutti».
(sara sergi)