Inchiesta Casinò: Corte dei conti, sequestro conservativo per 21 citati a giudizio
Il procuratore regionale ha disposto il sequestro di immobili, conti correnti e pignoramenti dello stipendio per evitare il protrarsi di «azioni di distrazione patrimoniale da parte degli amministratori pubblici per sottrarsi alle misure cautelari dell'Autorità giudiziaria»
E’ stato notificato mercoledì mattina il provvedimento di sequestro conservativo per 21 dei 22 rinviati a giudizio dalla Corte dei Conti nell’ambito dell’inchiesta riguardante la presunta truffa e depauperamento ai danni della Regione Valle d’Aosta della somma di ben 140 milioni di euro per continuare a garantire la sopravvivenza del Casinò di Saint-Vincent.
«Stop a distrazione patrimoniale»
La misura è stata notificata dagli agenti del nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Aosta anche per evitare il protrarsi di «azioni di distrazione patrimoniale da parte degli amministratori pubblici per sottrarsi alle misure cautelari dell’Autorità giudiziaria», si legge nel comunicato diffuso dalle Fiamme gialle, guidate nell’operazione dal Tenente Colonnello Piergiuseppe Cananzi. Già, perché a quanto pare, «molti dei conti correnti intestati agli indagati risultano essere già stati spogliati delle disponibilità in un momento successivo alle contestazioni erariali formulate dall’Autorità Giudiziaria contabile – si legge ancora nel testo -. Analogamente, su parte degli immobili e terreni di proprietà, gli amministratori pubblici hanno compiuto operazioni atte a evitare i provvedimenti cautelari dell’Autorità Giudiziaria, la quale potrà comunque agire con azione revocatoria a tutela del credito erariale e della comunità valdostana».
Insomma, è dovuta arrivare la mano pesante degli inquirenti per garantire l’equità del processo contabile, che vedrà i 22 indagati (Peter Bieler è stato escluso dal sequestro conservativo) comparire in udienza mercoledì 27 giugno, per rispondere alle accuse avanzate dal Procuratore regionale Roberto Rizzi.
L’operazione
Come detto, il provvedimento di sequestro conservativo, richiesto dal procuratore Rizzi, è scattato mercoledì mattina nei confronti di 21 dei citati a giudizio dalla Corte dei Conti: Mauro Baccega (contestati 7 milioni 297 mila euro), Luca Bianchi (4 milioni 440 mila), Stefano Borrello (3 milioni 333 mila), Raimondo Donzel (2 milioni 857 mila), Joël Farcoz (4 milioni 440 mila), David Follien (3 milioni 333 mila), Antonio Fosson (7 milioni 297 mila), Giuseppe Isabellon (13 milioni 333 mila), Leonardo La Torre (3 milioni 333 mila), Albert Lanièce (10 milioni), André Lanièce (3 milioni 333 mila), Aurelio Marguerettaz (17 milioni 297 mila), Pierluigi Marquis (4 milioni 440 mila), Ennio Pastoret (10 milioni), Marilena Péaquin (3 milioni 333 mila), Ego Perron (6 milioni 190 mila), Claudio Restano (3 milioni 333 mila), Emily Rini (6 milioni 190 mila), Augusto Rollandin (17 milioni 297 mila), Renzo Testolin 4 milioni 440 mila) e Marco Viérin (4 milioni 440 mila).
Il sequestro, condiviso e accordato dal Presidente della Sezione giurisdizionale della Corte dei Conti per la Valle d’Aosta, riguarda terreni e disponibilità liquide di membri di Giunta e Consiglio della Regione Autonoma Valle d’Aosta che, nel tempo, avevano autorizzato delibere di finanziamenti di denaro e ricapitalizzazioni in favore di Casinò de La Vallée S.p.A. di Saint Vincent , causando, come noto, un presunto «danno erariale pari a 140 milioni di euro, come emerso dalle indagini condotte dalla Guardia di Finanza».
I sequestri
I sequestri riguardano un quinto di stipendio, pensioni e vitalizi maturati presso datori di lavoro ed enti pubblici (Senato della Repubblica, Consiglio Regionale, Regione Valle d’Aosta, Istituto dell’Assegno Vitalizio, Union Valdôtaine, Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, USL, Comune di Aosta, Comune di Saint-Vincent, Casinò de La Vallée S.p.A). Inoltre, nell’operazione rientrano 151 tra immobili e terreni «sequestrati presso le conservatorie dei registri immobiliari in Valle d’Aosta e nelle province di Sassari, Savona e Alessandria» il tutto per un valore catastale di «6.600.000 euro», per un valore di mercato di «circa venti milioni di euro», nonché 81 «tra conti correnti, conto titoli e altre forme di investimento» che sono stati sequestrati in 31 istituti di credito, società di gestione del risparmio e società fiduciarie.
Fermento in Consiglio Regionale
La notizia non è passata inosservata in Consiglio Regionale, come dimostra il grande fermento nel Foyer. Ovviamente, le bocche sono cucite, ma a microfoni spenti le preoccupazioni emergono. Da chi dice di non aver «ricevuto alcuna notifica» a chi conferma «il blocco dei conti correnti». Qualcuno prova a scherzare, tirando fuori dalle tasche pochi euro «prendano anche questi», mentre altri ridacchiano dicendo che «qualche spicciolo per il pranzo mi rimane». Altri pensano alla famiglia e si chiedono come faranno a «pagare mutui e rette scolastiche», mentre altri confermano «la bontà dell’operato».
(alessandro bianchet)