Dieta o diete?
Dieta o diete?
Le diete si sa, vanno di moda. Una moda che ormai dura da molti anni e non sembra subire flessioni, nonostante gli ammonimenti da parte di medici e autorità sanitarie, sui potenziali rischi e sui risultati per lo più deludenti.
Per quale motivo sentiamo la necessità di “metterci a dieta”? Le motivazioni razionali ed emotive possono essere tante, ma è logico pensare che se qualcosa non va con il nostro peso corporeo o con la nostra salute, una delle cause principali sia proprio da ricercare nel nostro modo di alimentarci.Ma cosa significa la parola “dieta”? C’è molta confusione attorno a questa parola, è bene quindi distinguere tre concetti fondamentali:- la dieta dettata da problemi di salute- la “dieta breve”- i modelli alimentari. Nel primo caso, il più delle volte, si tratta di una dieta che elimina o limita determinate sostanze o alimenti. Nel caso della celiachia, per esempio, si deve evitare l’assunzione di qualsiasi alimento contenente glutine. Lo stesso vale per chi ha marcate allergie a determinate sostanze o intolleranze alimentari. Un altro esempio può essere la dieta iposodica prescritta del medico, mirata a limitare l’assunzione di sale da cucina o cloruro di sodio. Nella dieta breve rientrano le misure depurative e disintossicanti, in cui si prediligono cibi leggeri, tisane depurative, succhi di frutta e di verdure, acqua, soprattutto nei cambi di stagione e quando se ne sente il bisogno. Il periodo è sempre limitato a pochi giorni e serve appunto a dare un momento di pausa all’organismo e permettergli di disintossicarsi.
Nei modelli alimentari, come il vegetarianesimo, il crudismo o la macrobiotica, si sceglie invece di alimentarsi solo con determinati cibi escludendone altri. Queste scelte possono essere applicate con maggiore o minore rigore, tutti i giorni e per lunghi periodi ma lo scopo non è strettamente legato al peso corporeo.
Un modello alimentare può anche essere quello di evitare i cibi “spazzatura”, o quello di adottare quanto più possibile cibi integrali, freschi e poco lavorati, avvicinandosi di più a quel concetto originario di dieta, che in passato significava “buona regola di vita”. Dieta a Zona, Atkins, Dukan, Paleodieta, dieta dei gruppi sanguigni, diete iperproteiche, sono solo alcuni esempi di programmi alimentari in circolazione, ma le perplessità che suscitano oltre alla mancanza di fondamenti scientifici e in alcuni casi di buon senso, le rendono pericolose per la salute, sia nel breve che nel lungo periodo.
Non c’è dubbio, il cibo è un bisogno primario ed è anche la prima soddisfazione, il primo piacere, sin dalle prime poppate di un neonato. Se il nostro rapporto con il cibo non subisce particolari traumi, il mangiare resta uno dei piaceri materiali per tutta la vita. Quali sono quindi le caratteristiche da ricercare in un buon piatto?Esso deve rallegrare la vista, stimolare l’olfatto e provocare la famosa acquolina in bocca, inducendo cosi le ghiandole salivari a produrre gli enzimi più idonei alla digestione; esso dovrebbe soddisfare il nostro istinto primordiale di nutrirci, appagare il desiderio di tenere il cibo in bocca, masticarlo e assaporarlo.Il piatto giusto ci deve trasmettere un piacevole senso di sazietà e fornire al nostro organismo il nutrimento necessario indispensabile al quotidiano e incessante processo di sostituzione, riparazione e rinnovamento cellulare. La dieta giusta è quella che col tempo ci porta ad operare scelte alimentari consapevoli, risvegliando in noi quel sano istinto verso una corretta varietà, qualità, quantità e combinazione degli alimenti.
(maurizio ansaldo)