Mouv, nominato il coordinamento degli undici
Il movimento di opinione si trasforma in partito e si struttura
Mouv si trasforma da movimento di opinione in partito politico e si struttura. Sono undici i membri del nuovo coordinamento che, la settimana prossima, saranno chiamati a eleggere il presidente. L’organizzazione prevede inoltre un’assemblea degli appartenenti «che, con il suo voto, sarà sovrana» ha sottolineato Simona Mele e il limite dei due mandati in politica. A mettersi in gioco sono: Riccardo Santin, Simona Mele, Luciano Caveri, Corrado Binel, Jenny Cagniney, Andrea Perosino, Massimo Salvadori, Mauro Nicolotti Caniggia, Chantal Vuillermoz, Monica Seganfreddo e Sandro Brunodet.
La tarsformazione
La lista è stata comunicata al termine di due ore di interventi, nel pomeriggio di oggi, nella sala della Bcc di via Garibaldi ad Aosta. A ripercorrere le tappe il dimissionario coordinatore Damien Charrence. Cita l’appoggio al governo Marquis «per un cambiamento», il tavolo del Rassemblement «dal quale ci siamo alzati quando abbiamo capito che puntava solo alla spartizione delle poltrone e alla gestione del potere», la quotazione in borsa della Cva, i ritardi nei pagamenti in agricoltura e i 100 milioni «ballerini» iscritti nel bilancio regionale.
I pilastri di Mouv
E’ Simona Mele a snocciolare i pilastri sui quali si basa lo statuto del neonato partito: la convivenza tra le diverse culture «come elemento di arricchimento», la francofonia, lo sviluppo sostenibile, la trasparenza, la democrazia partecipata «perché l’assemblea degli appartenenti vota e decide». Nel prendere la parola Luciano Caveri ha puntato sulla concretezza delle azioni: «Non siamo imbonitori di piazza, siamo qui con i piedi per terra. Il futuro della Valle d’Aosta passa per una progettualità vera, per un’autonomia moderna, per il federalismo di cui dobbiamo riprendere la fiaccola. Troppi mercenari sono entrati nel mondo autonomista».
Ultimo a intervenire Elso Gerandin per il quale l’obiettivo ultimo di Mouv «è riunire il mondo degli autonomisti senza padrini, senza tutori e senza ricatti. Crediamo in un progetto dove chiarezza e trasparenza sono le parole chiave. Non crediamo nella politica degli annunci, dei selfies e dei bilanci elettoralistici» e annuncia «alle regionali ci saremo. Abbiamo sentito che le vogliono anticipare ad aprile. Lo fanno per nascondere le magagne di un bilancio a cui mancano 100 milioni di risorse».
(danila chenal)