Consiglio Aosta: no al divieto di burqa e niqab
Per il momento non se ne discute proprio: Aosta non vieterà l’ingresso negli uffici comunali a chi indossa burqa e niqab.
«Ad Aosta non ho mai visto donne col velo integrale, quando si porrà il problema cercheremo delle soluzioni, parlare adesso di un’eventuale invasione e di pericolo pubblico darebbe solo adito a forme nemmeno tanto velate di razzismo». Ha smorzato subito i toni della discussione il sindaco Fulvio Centoz, in risposta alla mozione presentata da Lega Nord e Gruppo misto di minoranza che chiedeva di imporre il divieto «per una questione di sicurezza pubblica e rispetto verso i cittadini italiani».
Niente dibattito
Oltre che dal voto, la maggioranza di un’aula consiliare semivuota si è astenuta anche dal dibattito «per evitare che il tema venisse strumentalizzato». Gli unici a prendere la parola, oltre al sindaco, sono infatti stati i soli proponenti della mozione: «L’Islam radicale non ha alcun rispetto per la donna e nessun riguardo per le pari opportunità – spiega Nicoletta Spelgatti –, adesso magari non ci sono molte donne velate integralmente, ma con questo ritmo di islamizzazione ne vedremo presto a bizzeffe». Il consigliere Etienne Andrione (Gmm) non accetta «che non venga riconosciuto il problema» e ironizza: «Non nascondiamoci dietro un burqa, facciamo capire da subito che ad Aosta si vive insieme ma a viso scoperto». Andrione cita inoltre l’esempio francese, «in cui tale legge vige dal 2010 e che, dopo essere stata impugnata, è stata riconosciuta valida anche dalla Corte di Giustizia europea per i diritti dell’uomo». Il consigliere Lega Nord Andrea Manfrin aggiunge all’esempio francese quello «di Austria e Canton Ticino e la recente approvazione da parte delle regioni Veneto e Lombardia di leggi simili» e sottolinea «che bisogna affrontare il problema prima che si manifesti rendendo chiaro che a casa nostra valgono le nostre regole, e chi non le rispetta può andare altrove».
La replica di Centoz
Ma Centoz continua a non ammettere provocazioni: «Be’, possiamo citare allora gli Stati Uniti, dove vige una concezione liberale dello stato e ci si basa sul primo emendamento. La risoluzione dei problemi non deve avvenire con l’intervento dello Stato, altrimenti ci si atteggia a padre che stabilisce cosa è giusto e cosa non lo è». Inoltre, aggiunge Centoz «non è detto che il problema, se mai dovesse porsi, dovrebbe risolversi per forza in questi termini. Cercheremo le soluzioni più adatte».
Mozione bocciata
La mozione è stata bocciata con i voti contrari di Carola Carpinello di Altra Vda, Giuliana Lamastra e Loris Sartore di Alpe e con l’astensione di tutta la maggioranza, del Movimento Cinque Stelle e del consigliere Alpe Gian Paolo Fedi. «Il problema della sicurezza andrà comunque affrontato, certo non ha alcun senso abboccare a questa provocazione e farlo in questi termini», commenta Fedi.
(sara sergi)