Adaptations, i docenti alzano le barricate
I sindacati propongono di chiedere lo stop di un anno, ma gli insegnanti vogliono tornare alla vecchia normativa
Adaptations, i docenti valdostani alzano le barricate.
«Altro che sospensione, noi chiediamo un’interruzione de-fi-ni-ti-va». Gli insegnati non hanno preso bene la proposta dei sindacati di chiedere – nel prossimo tavolo di confronto con l’Amministrazione regionale e i tecnici della Sovrintendenza previsto il 15 marzo – la sospensione di un anno per le Adaptations.
Durante l’assemblea organizzata nella sala conferenze della BCC ad Aosta lunedì 19 febbraio dai sindacati per discutere del tema, i toni si sono presto scaldati fra i circa 130 insegnanti: «Perché siamo stati convocati oggi? Abbiamo manifestato il nostro dissenso con lettere, documenti e comunicati stampa – interviene un’insegnante -. Tra poco ci saranno le elezioni, farei attenzione a chiedere una semplice sospensione, già ci hanno dato un contentino con il Comitato tecnico e adesso un anno di riflessione non serve a niente».
E anche sul Comitato tecnico, nominato a metà corsa dalla Giunta regionale a seguito delle sempre maggiori proteste degli insegnanti, non manca il dissenso: «Le tre linguiste che lo compongono non sono mai entrate davvero nella scuola, sembra che l’unica pratica che si sono limitate a fare sia prendere il caffè nei corridoio. Abbiamo le scatole piene, questa è coercizione normativa, non sperimentazione».
Sindacati sulla difensiva
I sindacati si sono trovati presto nella posizione di dover difendere il loro operato, perché altrimenti «non saremmo nemmeno qui a parlarne», commenta Claudio Idone della CGIL. Smorza i toni Alessandro Celi dello Snals, secondo sui l’obiettivo è quello di trovare dei punti di contatto, per poi portare delle proposte più strutturate al tavolo tecnico: «Se non proponiamo nulla gli facciamo un regalo enorme, tirano avanti fino a maggio e poi rimanderanno chissà per quanto tempo il problema».
La proposta degli insegnanti: tornare alla vecchia normativa
Le proposte degli insegnanti sono chiare: «prima di tutto torniamo alla vecchia normativa, e poi imbastiamo una riflessione a partire da quella», commenta unanime la platea.
«Dobbiamo rendere chiaro ai politici, che di scuola ne sanno poco, che sulla didattica devono ragionarci i collegi docenti, non loro» e pretendere per esempio che «le lezioni di inglese siano tenute dagli insegnanti di inglese, e che non è possibile che questi ultimi siano rimbalzati da un’aula all’altra cercando di mettere insieme lezioni su altre materie di cui sanno poco».
Per Celi un ritorno alla vecchia normativa comporta però dei problemi, perché «sì, l’Amministrazione si è detta disponibile a sospendere la sperimentazione, ma non certo a ricalcolare gli organici». La riforma degli organici dipende infatti dalla legge regionale del 2016 e per il sindacalista dello Snals «non è ipotizzabile che l’amministrazione ci rimetta mano prima dell’inizio dell’anno scolastico». Di conseguenza «si tornerebbe a un modello didattico senza avere le risorse per sostenerlo».
(sara sergi)