Roberto Zanda, dal Canada ad Aosta per cercare di salvare mani e piedi congelati
E' arrivato all'ospedale Parini Roberto Zanda, atleta cagliaritano, che a 50° gradi sotto zero della Yukon Artic Ultra (trail) in solitaria si è congelato mani e piedi
Dal Canada ad Aosta per carcare di salvare mani e piedi congelati. E’ arrivato poco prima delle 10 all’ospedale Umberto Parini di Aosta Roberto Zanda, l’atleta cagliaritano reduce dalla Yukon Artic Ultra, l’ultramaratona in solitaria, durante la quale ha riportato un congelamento di quarto grado di mani e piedi.
Zanda, atterrato all’aeroporto di Torino Caselle, è arrivato al pronto soccorso, per poi essere ricoverato nel reparto di chirurgia vascolare diretto dal dottor Flavio Peinetti. Di lui si occuperà l’équipe multidisciplinare dell’ambulatorio di Medicina e neurologia di montagna coordinato da Guido Giardini, che negli ultimi anni ha trattato numerosi casi di congelamento estremo.
Tramite un consulto in telemedicina in collegamento con l’ospedale canadese di Whitehorse, i sanitari aostani hanno già studiato il quadro clinico. «Fortunatamente la terapia farmacologica è già iniziata – spiega Giardini -, abbiamo già avuto modo di studiare il suo caso, ora si tratterà di prendere visione diretta della situazione».
Il dramma di Zanda
Roberto Zanda era partito dal Canada alle 8 del mattino. Il congelamento di quarto grado di mani e piedi è avvenuto mentre partecipava alla Yukon Artic Ultra, la maratona in solitaria sulla neve dove il termometro scende anche a -50 gradi. I medici canadesi hanno fatto tutto il possibile per salvare mani e piedi dell’atleta sardo, utilizzando strumentazione, farmaci e tecniche di ultima generazione. È stato poi deciso il trasferimento in un’altra struttura. Prima si è pensato a Vancouver, poi si è valutata l’ipotesi di un trasferimento in Italia nell’ambulatorio di medicina di montagna dell’ospedale Parini ad Aosta, dove è già stato curata l’alpinista francese Elisabeth Revolt dopo l’incidente sul Nanga Parbat.
«Mani e piedi ancora al loro posto in attesa di arrivare all’ospedale o Parini di Aosta dove un’equipe di chirurghi vascolari mi attende. Onestamente devo dire che non sono preoccupato, ho tanta roba da fare e non sono uno che aspetta di solito. Se devono amputare che si faccia, non saranno quattro protesi il problema, ma chi se ne frega», aveva scritto nel suo profilo l’altro ieri Roberto Zanda sul suo profili Fb. Aveva anche aggiunto una promessa: «sono vivo e vegeto e spero di trovare due bei piedi che mi permettano di continuare a fare questa bella vita fatta di sport e resilienza».
Tra i tanti messaggi di pronta guarigione aveva ricevuto anche quelli dei giocatori del Cagliari Calcio: «Roberto siamo con te».
(re.newsvda.it)