Carcere di Brissogne: al via le indagini sull’acqua “avvelenata”
L’acqua potabile manca dalla casa circondariale di Brissogne da ormai 5 mesi, probabilmente a causa di un guasto alla vasca di decantazione: ai 196 detenuti ed al personale viene quindi somministrata, da allora, acqua in bottiglia (2 litri al giorno a testa).
Il carcere possiede un pozzo autonomo da cui pompa acqua ed è una società esterna che si occupa del servizio di approvigionamento. A fine novembre la direzione ha richiesto l’allacciamento all’acquedotto comunale, ma fino al mese di marzo questo non sarà possibile.
Dopo l’esposto del magistrato di sorveglianza di Novara Monica Calì, inviato anche all’Amministrazione penitenziaria e al provveditorato, la Procura di Aosta ha aperto un fascicolo contro ignoti, iscritto per condotte colpose che riguardano l’avvelenamento delle acque, quindi contro la salute pubblica.
Il fascicolo è stato affidato al pm Eugenia Menichetti, sotto l’egida del procuratore capo Paolo Fortuna. L’indagine è in una fase iniziale: la procura di Aosta valuterà come procedere dopo aver acquisito le analisi svolte sull’acqua.
(re.newsvda.it)