Finanza pubblica, braccio di ferro Stato – Valle d’Aosta
Finanza pubblica, braccio di ferro tra la Valle d’Aosta e il governo centrale. Nonostante le rassicurazioni del vice ministro all’Economia Morando, lo Stato chiede alla Valle d’Aosta 320 milioni da qui al 2020. Soldi «non dovuti – fa sapere il presidente della Regione, Laurent Viérin -, pertanto abbiamo inviato una lettera in cui lo diciamo chiaramente e chiediamo al tempo stesso un incontro urgente».
Per quanto riguarda il bilancio regionale, «noi andiamo avanti, perché abbiamo dei diritti e abbiamo intenzione di farli rispettare», dice il presidente.
«Non capiamo come il testo della Legge di stabilità possa contenere tale richiesta, visto che c’è una sentenza della Corte Costituzionale – la 77 del 2015 – che è molto chiara in merito – prosegue Viérin -. Il testo è in contrasto non solo con la sentenza, ma anche con quanto era stato concordato, d’intesa con Morando. Ci eravamo detti disponibili a discutere sull’accantonamento del 2017, per il quale è aperto un contenzioso (udienza il 7 marzo, ndr), ma niente di più».
Lo Stato chiede per il 2017 144 milioni di euro alla Valle d’Aosta. «Disponibili, pur di chiudere l’annosa questione, ad accettare una transazione con forte sconto – ancora Viérin -, ma il testo in discussione in Commissione e nei prossimi giorni prima alla Camera e poi al Senato per noi è irricevibile. Il nostro è un diritto e lo faremo valere. Si tratta di una questione di principio, perché qui è a rischio l’autonomia finanziaria della Valle d’Aosta».
Questa mattina, lunedì 18, il governo regionale ha incontrato i due parlamentari valdostani, l’onorevole Rudi Marguerettaz e il senatore Albert Lanièce, i quali hanno preso contatto con il Mef «per cercare di vedere se si possono apportare modifiche al testo», comunica il presidente Viérin, il quale annuncia anche «un incontro con i capigruppo alle 8,30 di domani per informare i colleghi del Consiglio della situazione».
(lu.me.)