Il Cea di Gressan sarà ultimato a inizio 2018
Il Centro educativo assistenziale per persone disabili di Gressan accoglierà gli utenti all’inizio del 2018. Ad affermarlo l’assessore alla sanità, salute e politiche sociali Luigi Bertschy (Uvp) nel corso del Consiglio regionale di oggi. «Questi centri diurni sono molto importanti– ha spiegato Patrizia Morelli (Alpe) presentando l’interpellanza sul tema – in quanto danno la possibilità ai disabili di reintegrarsi. Quello di Gressan ha lo scopo, in particolare, di sopperire alla mancanza di posti ad Aosta e all’assenza di strutture simili in Alta Valle. Il ritardo sulla realizzazione della struttura è inammissibile, quindi chiediamo quali siano le ragioni di tali ritardi e per quando è previsto il termine dei lavori».
Un percorso travagliato, quello della realizzazione del Centro, iniziato nel 2006 con l’approvazione di una convenzione con una famiglia di Gressan che ha concesso alla Regione un terreno di 2.900 mq, con la clausola che i lavori si concludessero entro 10 anni. Termine che poi ha visto la proroga di un anno, ma non è stato rispettata (è scaduta il 20 febbraio 2017).
«Bisogna dire che la questione ha visto alternarsi, negli anni, diversi assessori alle opere pubbliche; questo investimento è stato mal gestito a lungo – ha replicato Bertschy. – tuttavia, in questi mesi, la Giunta Viérin ha provveduto a sollecitare sia l’assessorato sia le imprese che stanno svolgendo i lavori, anche perchè i ragazzi destinatari dell’opera ora sono alloggiati alla Fondazione Ollignan e necessitano di avere il loro posto. Abbiamo lavorato in questi giorni per l’appalto per gli arredi interni della struttura, nei prossimi si farà in modo di ottenere il collaudo e l’agibilità dell’intera struttura e, presumibilmente, a gennaio arriveremo alla fine di questo lunghissimo iter».
«E’ spiacevole e riprovevole che non siano stati rispettati gli impegni presi – ha aggiunto Morelli. – Inoltre, oltre 10 anni di lavori sono davvero troppi, anche alla luce dei cambiamenti avvenuti nel tempo e alle nuove funzioni che le strutture devono garantire. Auspichiamo che, d’ora in poi, si adottino metodologie meno rigide e più moderne, tali da consentire una realizzazione delle opere più rapida».
(na.bl.)