Aids: In Valle d’Aosta quattro nuovi casi nel 2017
Venerdì primo dicembre, giornata mondiale di lotta all'Aids, test gratuiti Hiv all'ospedale Umberto Parini dalle 8.30 alle 13.30
Negli ultimi tre anni in Valle d’Aosta si è registrata una lieve flessione di nuovi casi di Aids: nel 2017 sono stati quattro, sei nel 2016 e tre nel 2015. Di questi 13 nuovi casi – 12 maschi e una femmina -, tre hanno contratto il virus per via parenterale, mentre gli altri 10 a seguito di rapporti sessuali non protetti. Sei presentavano un deficit immunitario severo alla diagnosi e 5 avevano una patologia Aids-defining. Quattro su 13 non sono italiani (3 africani e un europeo).
A diffondere i dati il reparto di malattie infettive dell’ospedale ‘Umberto Parini’ di Aosta diretto dal dottore Alberto Catania in vista del primo dicembre quando sarà celebrata la Giornata mondiale contro l’Aids, che si pone l’obiettivo di “accendere i riflettori” sul tema e di sollecitare cittadini e istituzioni a impegnarsi nella lotta quotidiana.
La prevenzione
In occasione della Giornata Mondiale contro l’Aids, venerdì primo dicembre gli infettivologi reparto di malattie infettive effettueranno a tutti coloro che si presenteranno, il test Hiv gratuito, previo incontro preliminare di counseling. Sarà garantito il massimo rispetto della privacy. L’ambulatorio, situato nell’ospedale “Parini” – corpo D, sarà aperto al pubblico dalle 8.30 alle 13.30.
Calata soglia di attenzione
«Questi dati sono in linea con il panorama italiano – spiega la dottoressa Silvia Magnani, infettivologa del reparto di malattie infettive -. L’aspetto preoccupante è lo scarso numero di diagnosi tra le donne, dal momento che la donna, in ogni rapporto non protetto, ha un rischio più elevato rispetto all’uomo di acquisire l’infezione».
«Rispetto agli anni ’90 – prosegue Magnani – quando i farmaci a disposizione per il controllo della replicazione del virus erano pochi e l’attenzione era altissima, oggi questa soglia è decisamente calata. Le campagne informative stanno diminuendo e dilaga la scarsa percezione del rischio di contrarre l’infezione. Molti pensano che sia un problema limitato ad alcune categorie a rischio; invece la trasmissione prevalente avviene attraverso rapporti sessuali non protetti».
(re.newsvda.it)