Protesta in Regione: associazioni, via i politici corrotti
In quaranta hanno inscenato una manifestazione davanti a Palazzo regionale contro il malgoverno e la corruzione
Qualche striscione, qualche cartello inalberato e il tintinnio di qualche campanaccio e coperchio: è la protesta messa in scena da una quarantina di rappresentanti di Attac Valle d’Aosta, Legambiente VdA, Libera Vda, Movimento per la Decrescita Felice Valle d’Aosta, Valle Virtuosa nel tardo pomeriggio di oggi davanti al palazzo della Regione «per dire basta alla corruzione, alle mafie e al malgoverno».
L’iniziativa
«L’iniziativa prende le mosse – dicono all’unisono – da tutte le vicende accadute in quest’ultima legislatura regionale non ultima la condanna penale a tre anni che ha riguardato l’assessore alle Finanze Ego Perron, che ha fatto seguito ad altre sei condanne di e relative e forzate dimissioni di ben quattro di essi». Ricordano «i continui cambi di maggioranza che hanno dimostrato interesse di chi siede in Consiglio Valle per tutto tranne che per progettualità diverse o innovative».
Le associazioni richiamano «gli scandali che hanno coinvolto altri consiglieri (indagato l’ex presidente della giunta Augusto Rollandin), indagati con imprenditori, magistrati e dirigenti pubblici nella gestione allegra di denari della comunità, tutti coinvolti in pensieri e logiche che nulla hanno a che vedere con il bene collettivo per il quale sono stati chiamati a governare».
Chiedono trasparenza sui vitalizi e sulle indennità dei consiglieri. Sottolineano la distanza tra la «politica locale dal bene comune che ha sicuramente contribuito ad aggravare la crisi economica e sociale in Valle d’Aosta ed oggi ostacola di fatto una qualsiasi forma di ripresa diffusa su tutto il territorio regionale». Si dicono: «Sbigottiti da tale svilimento della politica con la quale, necessariamente e comunque, tutte le associazioni hanno bisogno di confrontarsi quotidianamente».
I promotori del presidio chiedono «che venga fatta pulizia all’interno dei partiti di tutte quelle persone colluse con sistemi clientelari e mafiosi», che «venga superato il modello elettorale delle tre preferenze» e «avviato un reale rinnovo della classe politica».
(danila chenal)