Lega Nord: «Carcere Brissogne vetusto e con tensioni interne»
La denuncia arriva dopo il sopralluogo da parte del deputato leghista Roberto Simonetti, con i consiglieri aostani Andrea Manfrin e Nicoletta Spelgatti: «500 mila euro all'anno solo di riscaldamento»
«Una struttura vetusta», che non si addice «alle nuove esigenze ed emergenze» e che contribuisce «a creare tensioni interne», costando tra l’altro «500 mila euro all’anno solamente di riscaldamento». E’ un quadro complicato quello tracciato dal deputato leghista, Roberto Simonetti, accompagnato in visita al carcere di Brissogne, sabato mattina, dai consiglieri aostani del Carroccio, Nicoletta Spelgatti e Andrea Manfrin.
«Problemi per agenti, detenuti e sicurezza»
«E’ una struttura priva di pianta stabile, che riflette tutti i suoi problemi sui detenuti, gli agenti e la sicurezza» ha esordito Simonetti, ricordando che «siamo qui per difendere gli interessi degli agenti della penitenziaria, non siamo particolarmente interessati alla qualità della vita dei detenuti». Il deputato parla di «una struttura vetusta, che rende impossibili i processi di riabilitazione, alla luce delle nuove tipologie di lavoro e della presenza di ben il 70% di immigrati». Il carcere di Brissogne è, infatti, «un approdo da realtà più grandi come Genova, Torino e Milano», passato a ospitare negli anni «da quaranta a trecento detenuti; questo rende difficile la convivenza e crea un clima teso. Questo dovrebbe diventare un carcere modello per la riabilitazione, invece è un parcheggio per chi sconta l’ultima parte della pena». Simonetti rincara la dose, parlando di «posto in cui viene sbrigata la burocrazia per l’uscita» e denuncia la spesa di «500 mila euro all’anno solo per il riscaldamento», che porta il totale a circa 230 euro al giorno per detenuto. «A rimetterne sono gli agenti, che vivono un clima di tensione, senza poter contare su una figura di comando e dovendo far fronte a detenuti che fanno casino per essere spostati in realtà che ritengono più adatte alle loro esigenze». Il deputato chiude con un appello: «Visto che il prefetto è anche presidente della Regione, e quindi viene eletto, spero che gli elettori decidano di far sentire la propria voce per incidere anche in questo senso, facendo diventare Brissogne un fiore all’occhiello».
Rincarano la dose anche i consiglieri comunali. «Da quello che dicono i sindacati – sottolinea Andrea Manfrin –, ci sono 50 agenti in attesa di sostenere l’esame di francese per l’abilitazione: dategli almeno la possibilità, visto che, come già a livello nazionale, si fatica a dar loro 30 euro in più al mese, quando alcuni detenuti in carcere ne guadagnano 1.300».
«Purtroppo mancano davvero gli spazi – conclude Nicoletta Spelgatti –, tanto da rendere difficile la sorveglianza dinamica. Non esiste la videosorveglianza e i piantoni, in alcuni casi, si trovano ad affrontare spazi coperti, che possono rendere complicata la scoperta di eventuali rivolte».
(alessandro bianchet)