Zootecnia, scompare un’azienda alla settimana
Dieci anni fa le aziende erano oltre 1.400, mentre ora sono circa 950
Arrivano brutte notizie dal settore della zootecnia, dove in media scompare un’azienda alla settimana. Una grave emorragia, dettata da un trend negativo che dura ormai da parecchio tempo e che traccia un quadro preoccupante.
Solo dieci anni fa, infatti, le aziende valdostane erano oltre 1.400, mentre adesso si arriva a malapena a 950, per un totale di 30 mila bovine 17 mila delle quali in lattazione.
Un calo significativo che può essere imputato a diversi fattori e che ha spinto il presidente dell’Arev Jean-Paul Chadel a lanciare un grido d’allarme, per cercare di frenare quest’emorragia.
Crescono le aziende di ovini e caprini
A rendere meno amara la fotografia che immortala lo stato di salute della zootecnia valdostana ci pensano i numeri legali alle aziende di ovini e caprini. Anche se buona parte di esse rimangono a livello hobbystico, infatti, l’Arev può contare su circa 400 associate per un totale di 1.500 ovini, 1.100 dei quali di razza autoctona e 1.800 capre autoctone. Un settore che, come spiega Chadel «rappresenta davvero un’eccellenza. È un mercato molto giovane, con una filiera di più semplice gestione e dove c’è certamente meno concorrenza».
Problemi noti alla base della crisi
Alla base della crisi del settore della zootecnia valdostana ci sono infatti problemi noti da tempo e che affondano le loro radici nel passato. Ragioni conosciute ma che frenano e rendono difficoltosa una vita già piena di sacrifici.
La prima motivazione è senza dubbio di carattere economico e riguarda, in particolare, il prezzo del latte: «Il prezzo del latte è uguale a 35 anni fa, sembra irreale ma è così. Un primo passo in avanti lo abbiamo fatto attraverso un’indagine di mercato che ci ha permesso di capire che un margine al rialzo c’è ed è di circa 20 centesimi in più rispetto ai 50 centesimi riconosciuti oggi, ma è dura se pensiamo che la proiezione fatta dall’Institut Agricole Régional per un’azienda senza dipendenti dà come costo al litro 70/80 centesimi».
Il presidente dell’Arev individua poi altri due problemi importanti che affliggono il settore da tempo: «l’assistenzialismo di tanti anni addietro, di quel sistema esagerato di contribuzioni, che ha contribuito ad annientare la categoria» e la mancanza di cooperazione «che manca ancora oggi, quello spirito corporativistico che può diventare determinante».
C’è molto lavoro da fare per permettere la sopravvivenza e il rilancio del settore zootecnico valdostano, ma ci sono anche le note positive: «abbiamo un sistema di controllo degli animali esemplare in tutta europa, con i nostri allevamenti che sono esenti da malattie, e rappresentiamo anche un’eccellenza dal punto di vista etico: gli animali vivono all’aperto e hanno grandi pascoli disponibli».
Quello di Chadel è anche un invito al coraggio, rivolto tanto alla classe politica quanto agli allevatori, in modo da creare un sistema che possa realmente valorizzatore tutto quello che riguarda il settore e le nostre eccellenze, dalla filiera produttiva fino a un prodotto di punta come la Fontina «unica al mondo e punta di diamante della nostra produzione lattiero casearia».
L’intervista completa al presidente dell’Arev Jean-Paul Chadel è in edicola da lunedì 13 novembre su Gazzetta Matin.
(re.newsvda.it)