Aosta: comitato “Sì scuole in centro” avanti anche dopo stop referendum Tzamberlet
“La maggioranza comunale di Aosta ha messo il bavaglio alla democrazia; ha escluso la possibilità di sottoporre a referendum le materie urbanistiche”. Lo denuncia il comitato “Sì le scuole in centro“, impegnato nell’azione di contrasto e sensibilizzazione della popolazione in merito alla realizzazione della scuola di Tzamberlet.
I componenti il comitato si sono presentasti questa sera in conferenza stampa al Csv con il bavaglio alla bocca in segno di protesta per l’innalzamento del numero di consiglieri comunali per proporre un quesito all’aula, passando da 9 a 15, “in pratica la maggioranza”, ha tuonato il consigliere comunale di Aosta (Gruppo misto) Etienne Andrionde – .Cio è stato detto che lo strumento referendari rischierebbe un abuso: incredibile!”.
“Nonostante l’inammissibilità del referendum da noi proposto, proseguiamo con le nostre azioni, perché non vediamo la logica dal punto di vista urbanistico della realizzazione della scuola a Tzamberlet, perché si tratta di un polo inutile per i cittadini, ma evidentemente utile a chi lo realizzerà”, ha detto il consigliere comunale di Alpe, Loris Sartore.
“La nostra non è una sceneggiata – ha detto il consigliere comunale Luca Lotto (M5S) riferendosi al bavaglio alla bocca -, ma è una denuncia della mancanza di democrazia. Se non è materia di referendum popolare quella urbanistica allora cos’è che merita di conoscere il parere dei cittadini?”.
Il Comitato, che non dispera che si possa ancora fare un passo indietro “nonostante quanto affermato dall’assessore regionale Mauro Baccega all’indomani del controribaltone del 10 ottobre scorso (“avanti con la scuola di Tzamberlet”) e vigileremo su tutti i passaggi che riguarderanno l’appalto e, con la comunità di monitorando che abbiamo creato, terremo sotto osservazione l’iter”, assicura Loris Sartore.
Il Comitato – formato da politici di opposizione, da insegnanti, commercianti e genitori – “continuerà ad aggregare; una comunità che si allarga potrà fare forti pressioni affinché ci possano essere ripensamenti”.
La scuola
Il costo del nuovo polo si aggirerebbe intorno ai 25 milioni, di cui 6,6 coperti da finanziamento statale. Secondo le intenzioni dei governi regionale e comunale andrà a sostituire il “Maria Adelaide” di via Torino, già chiuso dalla fine dello scorso anno scolastico perché non più a norma. Per rendere agibile il “vecchio” istituto è stata stimata una spesa di 18-21 milioni, cifra che il Comitato ridimensiona in 13-15 milioni. “Comunque, anche a parità di costi, noi siamo per la ristrutturazione, perché il “Maria Adelaide” è nel cuore della città, nell’asse in cui si trovano le altre scuole, vicine alle stazioni di autobus, treni e con las mensa scolastica al suo interno – ha spiegato Sartore -. L’edificio di Tzamberlet, invece, sarebbe come un copro estraneo all’interno di un polo sportivo, per giunta distante 1,64 km dalla stazione ferroviaria. Via Torino, invece, è ottimamente servita. Se il Maria Adelaide sarà abbandonato alienato, saremo di fronte a un enorme spreco di denaro pubblico per quanto già speso in passato”.
Il Comitato non getta la spugna
Il Comitato non perde completamente le speranze. “Il finanziamento statale avrebbe dovuto essere confermato entro il 15 settembre – ha detto Sartore -, cosa che non è stato. Quei soldi potrebbero non essere più a disposizione”. “Entro il 3 novembre bisognava scrivere al Miur – ha ricordato l’ex assessora all’Istruzione, Chantal Certan, presente alla conferenza stampa, mas in qualità di uditrice -, e non penso che questo sia avvenuto”.
Se avesse ragione Certan, il finanziamento potrebbe essere a rischio. Se ne parlerà nella prossima seduta del Consiglio Valle in programma martedì 7 e mercoledì 8 novembre.
(lu.me.)