Detenuto tenta di aggredire due poliziotti penitenziari
Ancora un atto di violenza sventato contro un poliziotto penitenziario in servizio nel carcere di Brissogne. Il fatto è accaduto nella giornata di oggi e a darne notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.
«Un detenuto in regime di sorveglianza dinamica ha tentato di aggredire due agenti di Polizia penitenziaria brandendo una sedia, incitato da altri compagni – racconta Vicente Santilli, segretario regionale per il Piemonte e la valle d’Aosta del Sappe -. Approfittando della libertà di movimento concessa con le “nuove” modalità di sorveglianza il detenuto, per futili motivi, ha preso una sedia ed ha cercato di colpire due agenti e solamente il tempestivo intervento di altri colleghi che sono riusciti a bloccare l’aggressore, ha evitato un epilogo drammatico».
Il Sappe ricorda che «il poco personale è abbandonato in balia dei detenuti che ormai non temono più nulla. Altro che famoso “patto d’onore”! Ai colleghi di Aosta va tutta la solidarietà e vicinanza del sindacato».
Donato CAPECE, segretario generale del Sappe, nell’esprimere solidarietà e vicinanza ai due poliziotti penitenziari, torna a sollecitare un rapido intervento del Ministro della Giustizia e del Capo DAP sulle criticità penitenziarie: «Queste continue violenze in carcere contro la Polizia penitenziaria, nel caso di Brissogne sventate per il tempestivo intervento degli altri agenti, sono inaccettabili ed altrettanto intollerabile è l’inerzia del Ministero della Giustizia guidato da Andrea Orlando rispetto a questi gravi episodi. Il sistema delle carceri non regge più, è farraginoso, e le costanti e continue evasioni ne sono la più evidente dimostrazione: e le responsabilità ricadono su chi ha la responsabilità politica di intervenire, a cominciare dal Ministro della Giustizia Orlando. Ci rendiamo conto che quel che denuncia il Sappe da tempo, ossia che la sicurezza interna delle carceri è stata annientata da provvedimenti scellerati come la vigilanza dinamica e il regime aperto, dall’aver tolto le sentinelle della Polizia penitenziaria di sorveglianza dalle mura di cinta delle carceri, dalla mancanza di personale – servono ameno 8.000 agenti di polizia penitenziaria per fronteggiare le costanti criticità -, dal mancato finanziamento per i servizi anti intrusione e anti scavalcamento. E ci rendiamo conto, come avevamo denunciato, che mettere i detenuti di 25 anni nei penitenziari minorili è stata una scelta politica sbagliata, che ha determinato anche l’atteggiamento aggressivo dei minorenni verso i poliziotti».
(re.newsvda.it)