Aosta: ridotta l’emissione di inquinanti con il teleriscaldamento
Il teleriscaldamento ha permesso di dimezzare le emissioni inquinanti nella città di Aosta. Questo quanto emerso durante la riunione dell’Osservatorio della qualità dell’aria in ambito urbano del Comune di Aosta svoltasi oggi nella sede della centrale termica di co-generazione della Telcha.
L’impatto sulle emissioni atmosferiche
Le quattro stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria di Aosta (posizionate in zona Mont-Fleury, via Liconi, piazza Plouves e via Col du Mont) hanno infatti registrato nel 2016 un calo notevole delle emissioni dei principali inquinanti. <<Questo è sicuramente riconducibile ai nuovi allacciamenti alla rete di riscaldamento – ha spiegato il tecnico dell’Arpa Giordano Pession. – 219 utenze sono state sostituite, 123 delle quali erano costituite da impianti a gasolio, 93 a metano, quelli più utilizzati ad Aosta con il 47,2% del totale nel 2011, 4 ad olio combustibile e 1 a pellet, che in effetti è più utilizzato in altre zone della Valle d’Aosta>>. I dati dell’Arpa sottolineano una riduzione del 53% di ossido di azoto, addirittura del 99% di diossido di zolfo, praticamente annullato, del 75% di monossido di carbonio e del 3% di particolato (polveri fini o Pm10). <<Siamo circa a metà strada – ha precisato il direttore di Telcha Alessio Ciocca – dei 40 km di rete previsti ne abbiamo realizzati 27. Ci sono circa 700 palazzi già allacciati alla rete, ogni anno se ne aggiungono 260. Quando saremo a pieno regime contiamo di avere circa 500 nuovi allacciamenti annui. Chi sceglie il teleriscaldamento lo fa soprattutto quando riscontra problemi con la propria caldaia: in questo modo si risparmia e si inquina meno>>. Le utenze sono soprattutto private, ma anche le pubbliche amministrazioni si stanno adeguando: molti Comuni hanno scelto questa tipologia di riscaldamento, così come gli uffici regionali, l’Arer e l’Aps. <<Manca ancora l’Asl, che per il momento ha scelto di utilizzare altre modalità>> ha precisato Ciocca.
I nuovi progetti
<<Una nuova sperimentazione che abbiamo messo in atto è quella delle bici elettriche – ha proseguito il direttore di Telcha.- Per ora sono 10 e le abbiamo messe a disposizione di cittadini e clienti, ma abbiamo intenzione di installare delle rastrelliere per il bike sharing nei condomini più grandi. La mobilità green può essere un tema ben sviluppabile in una città piccola come la nostra e contribuire ad un cambiamento culturale. Nelle nostre intenzioni c’è anche quella di puntare sull’idrogeno che sembra essere il meno inquinante al momento e ripresenteremo un progetto per ottenere finanziamenti europei per adeguarci e per mantenere la cooperazione con la Cogne Acciai Speciali, dalla quale reperiamo l’acqua di raffreddamento>>.
Benzopirene, ancora livelli critici
La criticità più alta è ancora rappresentata dal cancerogeno benzopirene, derivante soprattutto dalla combustione di materiale legnoso, quindi anche dagli abbruciamenti di residui vegetali all’aria aperta. In effetti, in Valle d’Aosta il 39% degli utenti utilizza impianti di riscaldamento integrativi a legna e il 73% di Pm10 è prodotto proprio da questi impianti.<<Nel 2015 e nel 2016 il limite massimo consentito è stato superato, e con i dati rilevati finora crediamo che sarà superato anche nel 2017 – ha spiegato Tiziana Magri, tecnico dell’Arpa. – I Pm10, le cosidette ‘polveri fini’, da anni sono invece sotto i limiti imposti dalla normativa, così come le più piccole Pm2.5, che però non rispettano le indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità. Alcuni picchi anomali si hanno in concomitanza di eventi atmosferici particolari, come la registrazione nei giorni scorsi della stazione di Donnas di livelli altissimi di Pm10 (80 microgrammi al metro cubo contro i 35 massimi dettati dalla legge) dovuti agli incendi nella Val di Susa e al forte vento>>.
La questione Cas-Cadmio
<<Dopo le anomalie riscontrate nel 2016, si sono abbassati anche i livelli del Cadmio emessi dalla Cogne Acciai speciali, i parametri sono rientrati nella normalità – ha affermato l’ingegner Paolo Bagnod, dell’assessorato regionale territorio e ambiente. – Abbiamo pensato di installare misuratori in continuo nel camino del forno principale della Cas, in modo da monitorare l’emissione di metalli pesanti e di segnalare i livelli anomali>>.
(nadine blanc)