Mouv’ si struttura in partito politico
Lo hanno annunciato i vertici riuniti a Gignod per ricordare Claudio Brédy e fare il punto
Mouv’ si prepara alle consultazioni elettorali del 2018 e da movimento di opinioni diventa forza politica. Lo hanno annunciato oggi i vertici, durante un incontro organizzato a Gignod, in ricordo di Claudio Brédy, esponente di Mouv’ ed ex sindaco del comune del Grand Combin recentemente scomparso. «Si è conclusa la fase di movimento di opinione è il momento di dare alla Valle d’Aosta un soggetto politico strutturato», ha spiegato il coordinatore Damien Charrance. Nell’annunciare un’imminente assemblea pubblica, Luciano Caveri ha anticipato: «Il nuovo movimento si fonderà su due caratteristiche principali, sarà basato sul pluralismo interno e sulla capacità di rappresentare la territorialità per contrastare il fenomeno di spopolamento di interi paesi, di intere vallate».
Luciano Saraillon ha ribadito il no al Rassemblement perché «l’intenzione di quel tavolo era creare un nuovo governo, l’ennesimo ‘abusivo’ non votato dagli elettori. Tutto il resto veniva dopo. Qualora volessero andare avanti con il loro disegno (riferendosi a Uvp e Uv) se ne assumeranno le responsabilità. Non siamo disposti ad agevolare gli inciuci. L’unico filo logico è di ridare la parola ai valdostani». Il consigliere regionale Elso Gerandin ha ribadito la propria posizione critica all’interno della maggioranza che sostiene la Giunta Marquis: «Le dimissioni che ho rassegnato dalla commissioni consiliari sono un atto di denuncia politica contro una distribuzione delle nomine che avviene in modo clientelare e ho preso le distanze da questo modo di fare politica».
Il testamento politico di Claudio Brédy
Così nel suo ultimo scritto. La proposta di una ”casa degli autonomisti” è di per sé condivisibile poiché prospetta un progetto politico che vuole superare le debolezze dovute all’attuale frammentazione della galassia autonomista. Tale proposta nasce, tuttavia, in un quadro politico assai confuso, instabile, a ‘geometrie variabili’ che disorientano, con alleanze che si fanno, si disfano e poi si rifanno, apparentemente a seconda degli equilibri e delle convenienze del momento, con maggioranze effimere e tenute insieme da necessità contingenti e da fragili accordi più che da una reale visione comune, propedeutica a un progetto che guardi oltre l’orizzonte di oggi.Mouv’ ha, sin dall’inizio, affermato intenti e visioni federative, un’azione tesa a riaggregare e tracciare un solco nel quale ricostruire percorsi ampiamente condivisi e caratterizzati da una forte discontinuità rispetto al recente passato. Tuttavia, la discontinuità rispetto al recente passato non si improvvisa ma è possibile solo attraverso un percorso articolato e chiaro, che non può nascere in un quadro confuso come quello odierno, in cui nulla più corrisponde a quanto era stato presentato agli elettori nel 2013; in cui non c’è traccia, nemmeno in prospettiva, di un rinnovamento dei principali protagonisti di una lunga stagione politica opaca e disgregatrice; in cui la discontinuità nei metodi si è vista, per ora, solo parzialmente; in cui tra le forze in gioco manca, al di là di una comune matrice ideale autonomista, un modello condiviso di sviluppo organico e concreto della Valle su cui fare nascere una credibile riaggregazione, una ‘casa comune’.Mouv’, pertanto, pur condividendo l’obiettivo di unire le forze autonomiste, ritiene che, al momento, non vi siano le condizioni per aderire a un patto autonomista che pare legato a interessi contingenti e a una prospettiva elettoralistica più che a un autentico rinnovamento di uomini, metodi e modelli.Mouv’ resta comunque aperta al dialogo e al confronto sul tema della raggregazione delle forze autonomiste, che resta uno dei suoi obiettivi più importanti, e su tutti gli altri temi di interesse dei valdostani.(danila chenal)