Franco Collé: «Una sciocchezza ha sconvolto i miei piani»
Il campione di Gressoney, che ha sfiorato la vittoria nel Tor des Géants numero otto, racconta l'episodio che l'ha costretto alla resa
Ci ha provato, è andato vicinissimo a centrare un’impresa pazzesca, ma proprio sul più bello è sceso il buio e ha dovuto alzare bandiera bianca. Franco Collé (in foto mentre arriva al rifugio Coda), che fino a Ollomont ha marciato a tempo di record verso la vittoria nell’ottava edizione del Tor des Géants ha affidato alla sua pagina Facebook il racconto delle ore che hanno deciso la gara, vinta all’alba dal basco Javier Dominguez-Leto davanti a Oliviero Bosatelli e ad Andrea Macchi.
Grazie dei messaggi e del tifo
«Appena sveglio sono sul letto a leggere tutti i bei messaggi che in tanti mi avete mandato, sarà durissima rispondere a tutti in tempo record – esordisce Collé -. Davvero grazie a chi mi ha scritto e a tutti voi che in questi giorni siete stati in tantissimi a incitarmi in qualsiasi luogo e ora, spero un giorno di potervi ringraziare personalmente».
Galeotto il sonnellino a Champillon
Il campione di Gressoney torna quindi sulla gara: «Sono contento di essere riuscito, come qualcuno mi ha scritto, a “farvi sognare”. Comunque sia andata, per me questo Tor è stato un bellissimo sogno: l’ho preparato nel migliore dei modi sognando un tempo da record, avevo un’ottima condizione sia fisica che mentale. Me lo sono goduto metro per metro, ho seguito la mia tabellina di marcia minuto per minuto rispettando tutto quello che mi ero programmato, con serena lucidità sempre. Purtroppo alle volte, quando meno te la aspetti, capita di fare qualche sciocchezza che può sconvolgere i tuoi piani: appena dopo il Col Champillon mi sono fermato con l’intenzione di fare il mio primo “microsonno” dopo tre giorni e due notti di gara. Ho pensato: “Ho un buon vantaggio e mi manca solo più un colle, potrò concedermi un momento di relax?”. Ed ecco l’errore che mi è stato fatale: il microsonno da un minuto si è trasformato in una dormita di un’ora e mezza che a quelle quote e con quel freddo mi ha distrutto. Mi sono svegliato infreddolito al buio e ho impiegato un quarto d’ora solo per cercare lo zaino e indossare la frontale perché nel frattempo si era fatto buio. Purtroppo non trovavo più il sentiero e il telefono in quella zona non prendeva. Fortunatamente, dopo un po’ di sali e scendi, cercando invano un sentiero, sono stato raggiunto da un commissario della gara. Indicatami la strada giusta, ho ripreso il mio percorso. Le ore passate fermo a quelle temperature hanno però messo a dura prova le mie energie, sia mentali che fisiche, proprio quelle che, sino a un paio d’ore prima erano il mio punto forte. Sono arrivato al ristoro nel vallone del Menouve molto provato. Ho tentati di continuare fino a Saint-Rhemy-en-Bosses, ma è stata un’agonia. Una sensazione che nulla aveva a che vedere con il bel Tor che avevo tanto sognato per due anni e che tutti ci immaginiamo. Per me il Tor è una cosa unica e strepitosa e così voglio che rimanga anche nella mia testa. Così dopo una bella dormita ho saggiamente deciso di fermarmi».
Complimenti a Javi
Franco Collé rende quindi onore al vincitore: «Penso che comunque anche questa edizione sia stata onorata con la superprestazione da record di Javi, con il quale è stato davvero bello confrontarsi ed al quale faccio i miei complimenti. Ringrazio di cuore tutte le persone che mi stanno scrivendo per sincerarsi delle mie condizioni. Dopo una bella dormita sono tornato come nuovo (contrariamente alle edizioni del 2012, 2013, 2014 che mi avevano un po’ devastato) e andrò a vedermi la partenza del Totdret a Gressoney e poi a gustarmi un po’ di questa bellissima manifestazione in giro per le basi vita e per i rifugi. Mi dispiace se vi ho fatto preoccupare per qualche ora ma, come mi avete scritto in tanti, vi ho regalato anche un bel po’ di emozioni. Vero?».
(d.p.)