Corte dei Conti lancia allarme: nella Pubblica amministrazione meno dirigenti, ma più pagati
Guida la classifica il Trentino Alto Adige, Valle d'Aosta all'undicesimo posto
Meno dirigenti, ma più pagati. La Corte dei Conti lancia l’allarme. Insomma per i dirigenti delle Regioni la spending review non ha funzionato, o meglio le ‘teste’ si sono ridotte ma per chi è rimasto lo stipendio è salito, «in contrasto» con i tetti introdotti con la manovra correttiva del 2010.
Almeno questa volta, però, la Valle d’Aosta non guida la classifica poco onorevole degli aumenti, perché in vetta c’è il Trentino Alto Adige.
Il rapporto della Corte dei Conti
A mettere in luce l’incongruenza è il rapporto della Corte dei conti “La spesa per il personale degli enti territoriali”. Secondo i magistrati contabili, la spesa media sarebbe dovuta «rimanere stabile» vista la «presenza dei noti vincoli/blocchi stipendiali». Invece anche nel 2015 si rileva «la sua tendenza a crescere in talune realtà locali caratterizzate dalla sensibile contrazione della consistenza del personale dirigente». Ciò «appare sintomatico della reiterata prassi di ripartire le risorse del trattamento accessorio tra i dirigenti rimasti in servizio», in contrasto con la normativa sull’invarianza della spesa per le risorse destinate al trattamento accessorio del personale, anche dirigenziale.
Trentino Alto Adige al top
Imagistratii della Corte dei conti hanno rilevato che «a fronte di una riduzione della consistenza media dei dirigenti del 7,23%, la spesa media aumenta, nel triennio – tra il 2013 e il 2015 – del 3,91%».
Nelle regioni a statuto ordinario la spesa media è di 93.081 euro in Basilicata (-11,44%) e di 137.939 euro in Campania (+17,51%). In quelle a statuto speciale si va dai 79.867 euro della Sicilia (+10,56%) ai 136.528 del Trentino Alto Adige (- 2,16%). La Valle d’Aosta l’aumento in tre anni è stato dello 0,83% (11° posto).
La Campania, con un aumento del 17,51%, guida la classifica, seguita da Puglia (+16,2), Umbria (+14,73), Friuli Venezia Giulia (+13,34) e Sicilia (+10,56).
Detto della Basilicata, il Lazio segna una riduzione del 9%, seguito dalla Calabria (7,05), dal Molise (4,07) e dal Trentino Alto Adige, che fa registrare una riduzione del 2,16%, pur restando la regione in cui i dirigenti sono di gran lunga i più pagati.
(l.m.)