Uvp: progetto di rassemblement non può escludere l’Uv
Rilancia il presidente Elisa Bonin la casa comune degli autonomisti ma rintuzza le voci di ribaltone in vista
Non si fa apettare la risposta dell’Union valdôtaine progressiste all’appello lanciato da Alexis Vallet, presidente di Alpe alla resposabilità. Fa sapere Elisa Bonin: «La casa degli autonomisti non vuole essere e non sarà l’ancora di salvataggio per resuscitare un passato che, lo dice la parola stessa, non può tornare, ma ha l’obiettivo di costruire un futuro che riparta da certi valori, ammesso che li si senta. Se ci sarà chi si assumerà la responsabilità di far cadere questa maggioranza e di resuscitare il passato, ne prenderemo atto e ci prepareremo a presentare alle prossime elezioni ai valdostani quel modello autonomista moderno con cui non si punti solo a cambiare i musicisti, ma anche a cambiare la musica. Sicuri della voglia di guardare avanti, e non indietro, dei valdostani».
«Ci eravamo illusi – continua Bonin – che in Alpe vi fossero ancora un cuore ed un’anima unionista e autonomista, che evidentemente invece sono annacquati da sensibilità diverse o sono stati dimenticati. Forse ci siamo sbagliati anche nel credere che proprio oggi, dopo aver rotto un sistema ed aver ottenuto un cambio di marcia sia possibile riunire gli unionisti che hanno creduto e credono nel cambiamento, superando personalismi e inutili rancori. Siamo molto soddisfatti che il nostro messaggio in questi giorni sia stato accolto da tantissime persone che ancora sentono vibrare certi ideali e che provano la necessità del cambiamento ma anche di rimettere insieme i valdostani. Tutto ciò anche in vista delle sfide che ci aspettano come comunità e, dal canto nostro, continueremo a lavorare sia sul versante amministrativo sia su quello politico per costruire la casa comune».
Ribadisce Bonin: «Il progetto di rassemblement lanciato dall’Uvp all’indomani del congresso straordinario di giugno guarda a tutti gli ex unionisti e si rivolge a tutti coloro che, nel tempo, con coraggio, hanno rappresentato la diaspora unionista; da Vallée d’Aoste Vive a Renouveau Valdotain, da Alpe a Uvp passando da Mouv’. Un progetto di rassemblement in chiave moderna e proiettato al futuro chiaramente non può non rivolgersi anche all’UV, tanto più ora nel momento in cui si prende atto che il cambiamento è necessario e che è tempo di fare autocritica comprendendo che se tante diaspore ci sono state era perché qualcosa non funzionava».
(re.newsvda.it)