Cime Bianche, campagna per promuoverne la tutela
Il gruppo di persone contro il collegamento intervallivo prosegue l'attività di sensibilizzazione; accorato appello anche dello scrittore Paolo Cognetti
Dopo l’accorato appello dello scrittore, Premio Strega, Paolo Cognetti per la salvaguardia dell’ultimo vallone selvaggio ai piedi del Monte Rosa, uscito sulle pagine di Robinson, l’inserto culturale di Repubblica, il 16 luglio, e ripreso interamente sul suo blog, anche il gruppo di lavoro Ripartire dalle cime Bianche prosegue con l’attività di comunicazione e sensibilizzazione per far «conoscere, tutelare e valorizzare lo straordinario patrimonio di natura e cultura racchiuso nel Vallone delle Cime Bianche e nell’alta valle d’Ayas, alla luce anche delle recenti esternazioni avvenute in Consiglio regionale a proposito di collegamenti intervallivi, definiti sostenibili e un’occasione per il turismo» spiega Marcello Dondeynaz, referente del gruppo.
Il gruppo, comprendente una quarantina di persone tra residenti in Val d’Ayas e turisti “storici”, ha presentato al pubblico un nuovo volantino divulgativo incentrato principalmente sulla chiesa e la rettoria di Saint-Jacques, «luogo che rappresenta il fulcro culturale dell’alta Val d’Ayas», precisa Dondeynaz.
«Il collegamento intervallivo rappresenterebbe un disastro per questa vallata, l’unica rimasta ancora integra e non deturpata da costruzioni» puntualizza Gianni Gasparini, docente dell’Università Cattolica di Milano e frequentatore della Valle da circa 40 anni. «Il clima sta cambiando, tra una trentina d’anni probabilmente sulle cime non ci sarà neanche più neve; inoltre, anche il turismo è cambiato, i viaggiatori ora cercano soprattutto escursioni in luoghi incontaminati immersi nella natura . Un nuovo impianto non ha senso, è contro ogni logica di globalizzazione e salvaguardia dell’ambiente».
«Sarebbe un colpo al cuore per me vedere questo vallone, che frequento da 50 anni, distrutto in maniera irrimediabile» commenta Martina Gerosa, membro del gruppo molto attiva nel settore disabilità. «Dobbiamo permettere anche alle nuove generazioni di godere di questo luogo meraviglioso».
Il volantino informativo offre valutazioni, dati e approfondimenti sulla nuova ipotesi di collegamento funiviario.
«Dobbiamo acquisire maggiore consapevolezza sul futuro della montagna valdostana», continua Dondeynaz, «e puntare sempre più ad un turismo dolce che conservi i territori alpini che hanno molto da raccontare in termini di geologia, natura e storia».
«Oggi l’ipotesi di realizzare una pista da sci nella parte alta del Vallone è stata scartata, perchè i lavori avrebbero comportato danni ambientali irreparabili, perciò si costruirebbe un carosello di impianti di mero trasferimento e neppure funzionali a portare gli sciatori provenienti da Ayas al Plateau Rosa in tempi ragionevoli. Tutto ciò non è che una pia illusione, una messa in scena che maschera i reali scopi, ossia fare cassa aumentando il prezzo dello skipass e chiudere gli impianti sciistici minori. Valorizziamo le risorse che già abbiamo!».
In foto da sinistra Martina Gerosa, Marcello Dondeynaz e Gianni Gasparini
(nadine blanc)