‘Mazzetta’ a palazzo regionale, fuoco di fila sul presidente Marquis
Questa mattina in Consiglio Valle, dopo le troppe versioni contrastanti emerse circa il ritrovamento nel suo ufficio di 25 mila euro in contanti; convocata d'urgenza una riunione dei capigruppo, che pare essere infuocata (anche) nella maggioranza
Fuoco di fila sul presidente della Regione, Pierluigi Marquis, questa mattina in apertura della seduta del Consiglio Valle, convocato per oggi e domani, venerdì, in riferimento alla circostanza del ritrovamento di una ‘mazzetta’ di 25 mila euro in banconote da 500 euro nel suo ufficio al secondo piano di palazzo regionale, ad Aosta.Un ritrovamento che – secondo una prima versione – sarebbe avvenuto nella serata di giovedì 22 giugno, durante le operazioni di sostituzione della vecchia scrivania in noce (utilizzata fino al ‘ribaltone’ di inizio marzo dal suo predecessore Augusto Rollandin) con una più moderna in vetro.Al momento della scoperta sarebbero stati presenti (anche) alcuni operai, stando sempre alla prima versione resa nota, con lo stesso governatore Marquis che avrebbe immediatamente allertato Digos e Squadra mobile.«Dubbi e veleni sul denaro nell’ufficio del presidente», ha titolato Gazzetta Matin sul numero di lunedì. Dubbi e veleni di cui non ha fatto mistero questa mattina il consigliere pentastellato Roberto Cognetta, che nell’ambito delle repliche alle comunicazioni del presidente della Regione, ha invitato Pierluigi Marquis, «visto che siamo tutti pubblici ufficiali, a spiegare nel dettaglio e con precisione la circostanza del ritrovamento dei soldi nel suo ufficio».Già, perché – con il passare dei giorni – è invece emerso che la sostituzione della scrivania nell’ufficio dell’attuale presidente della Regione sarebbe sì avvenuta giovedì 22 giugno, ma al mattino, così come confermato dalla ditta Censi, incaricata dell’operazione, quando Pierluigi Marquis si trovava in trasferta a Roma.Motivo per cui pure il capogruppo dell’Union Valdôtaine, Ego Perron, ha fatto suo l’invito del consigliere Cognetta affinché «si possa conoscere la verità», chiedendo la convocazione d’urgenza di una riunione dei capigruppo, tuttora in corso, che pare essere infuocata, anche tra le fila della maggioranza.«Non ho rilasciato dichiarazioni a riguardo perché è quanto mi fu detto di fare quando venni sentito dagli inquirenti a fine giugno», ha commentato stringato l’ex presidente della Regione, Augusto Rollandin, convocato dagli inquirenti in qualità di persona informata sui fatti.Aggiungendo: «Non ho nulla a che fare con quella somma di denaro e non so nulla della sua origine. Ho piena fiducia nell’operato della magistratura e attendo i risultati dell’inchiesta della Procura della Repubblica. Sicuramente ci sono molti dubbi che devono essere chiariti».Incalzato, l’attuale presidente della Regione, Pierluigi Marquis, ha ribadito di non poter rilasciare dichiarazioni perché sul fatto – per il quale la Procura della Repubblica di Aosta ha aperto un fascicolo contro ignoti per corruzione – vige il più stretto riserbo.«Non sappiamo chi li ha messi, quei soldi, ho prontamente denunciato il fatto. Questo posso dire. Il silenzio è d’obbligo in questa vicenda, è imposto dalle indagini», ha affermato laconico Marquis.Di «sdoppiamento di personalità» ha a quel punto parlato il consigliere unionista Aurelio Marguerettaz, che riferendosi alla vicenda, guardando negli occhi Marquis, ha aggiunto: «Dietro questo fatto c’è una regia raffazzonata, ma pur sempre una regia, in quanto ogni giorno sono usciti dettagli, tra l’altro in contraddizione tra loro, che soltanto da lei potevano arrivare, visto che quei documenti lei li ha visti. Dunque, anche alla luce delle dichiarazioni fatte a margine della seduta di Giunta di lunedì, o ha verità granitiche, che quindi dovrebbe condividere con noi, oppure lei ha fatto un passo nel baratro».Nell’ambito della discussione in Consiglio regionale, inoltre, è emerso che il giorno del ritrovamento della ‘mazzetta’ di 25 mila euro insieme a una carta bancomat scaduta intestata ad Augusto Rollandin e a un dossier di documenti, che la Procura di Aosta ha poi smentito fare esplicito riferimento alla massoneria, liquidandola come «un’ipotesi frivola», il sistema di sicurezza al secondo piano di palazzo regionale (vedi telecamere di videosorveglianza) era fuori uso.Insomma, il giallo dell’estate valdostana è sbarcato anche in Consiglio regionale.(pa.ba.)