La Valle d’Aosta ricorre a Corte Costituzionale e Tar contro lo Stato
La Regione dice no alla richiesta di un contributo di 144 milioni di euro quale concorso agli obiettivi di finanza pubblica
«Che ci sia iniquità contributiva è lampante, pertanto chiediamo un nuovo accordo quadro con lo Stato». Così il presidente della Regione, Pierluigi Marquis questa mattina in conferenza stampa, nel presentare due iniziative volte a salvaguardare la finanza regionale.
La giunta regionale ha deliberato di promuovere un conflitto di attribuzione alla Corte Costituzionale e un ricorso giurisdizionale al TAR del Lazio per chiedere l’annullamento del decreto del ministero dell’Economia e delle finanze del 9 maggio 2017, che impone alla Regione Autonoma Valle d’Aosta un contributo per il concorso agli obiettivi complessivi di finanza pubblica pari a circa 144 milioni 327 mila euro per il 2017.
«I rimedi giurisdizionali, tra di loro cumulabili, sono stati deliberati per evitare la scadenza di termini per poter ricorrere- ha detto Marquis -. Ciononostante, il Governo regionale ritiene che un positivo dialogo con il Governo centrale potrà permettere di rinvenire modalità concertate di definizione della questione, che investe in generale le modalità di concorso della Regione al risanamento della finanza pubblica, mediante meccanismi ritenuti illegittimi dalla Corte Costituzionale, con sentenza n.77 del 2015, ove reiterati nel tempo e non correlati al sistema, oramai superato dalla Valle d’Aosta, del patto di stabilità interno».
Nello specifico, l’assessore alle Finanze, Albert Chatrian, ha ricordato come «solo nel 2015 il contributo versato allo Stato è stato di 245 milioni. Alla Valle d’Aosta sono stati chiesti sacrifici superiori rispetto alle altre regioni a statuto speciale, che in questi anni hanno a più riprese rivisto il loro rapporto con lo Stato. Adesso è il momento di ridiscutere i nostri di rapporti. E’ pur vero che la popolazione valdostana è piccola, ma è altrettanto vero che la nostra è una regione di montagna. Con soli 100 milioni per gli investimenti non si possono più garantire servizi di qualità. Che lo Stato prenda coscienza di quello che è la Valle d’Aosta».
(l.m.)