Casinò: i sindacati chiedono ritiro procedura licenziamenti
Tutte le sigle concordi sul fatto che i lavoratori hanno già fatto sacrifici
«La riorganizzazione è da fare, noi la chiediamo da tempo, ma bisogna ripartire dall’accordo del 2015, non certo da questo piano in cui non ci sono certezze ed è un ricatto». Così Claudio Albertinelli (Savt) nel suo intervento di questa mattina nella sala consiliare di palazzo regionale durante l’audizione delle parti sociali in Quarta commissione consiliare seguita da un’ottantina di lavoratori distribuiti tra la saletta di palazzo regionale e la tribuna del pubblico attigua a quella stampa.
«Per Wilma Gaillard (Cigl) «nei quindici punti dell’accordo del 2015 ci sono le indicazioni per uscire dalla crisi. Un accordo che i precedenti dirigenti non hanno saputo valorizzare. Abbiamo dimostrato disponibilità e i lavoratori hanno fatto sacrifici, ma poi questo ha prodotto sfiducia nei lavoratori stessi. Chiediamo con forza il ritiro della 223».
«Abbiamo bisogno di serietà – sottolinea Tino Mandricardi della Uil -; a oggi abbiamo incontrato un dirigente che dice che il poker deve sparire e un altro che dice che sarà la carta vincente, ci vengono presentate tabelle che cambiano continuamente».
«I lavoratori hanno acectto i sacrifici perché l’azienda la sentono loro – è il pensiero di Giorgio Piacentini (Cisl) -. Sono imbarazzato, perché oggi avrei dovuto incontrare l’Azienda e non la proprietà. In questi mesi si è messo nella testa dei lavoratori l’odio della gente, come se fossero i lavoratori gli unici colpevoli di questo disastro».
«Siamo ad un momento di non ritorno, mancano dieci giorni alla fine della procedura e chiediamo il suo ritiro», ha ribadito Albertinelli, con Walter Zampa (Ugl) a ricordare come «la riorganizzazione è necessaria, ma non si può chiedere ai lavoratori ulteriori sacrifici».
(l.m.)