Ciclismo, La Thuile dice no a Lamontblanc e scoppia la polemica
La granfondo in programma il 25 giugno comunica una variazione di percorso: il traguardo della prova lunga in cima al Colle San Carlo, arrivo a Courmayeur su strade aperte
La comunicazione di ieri della variazione del percorso della granfondo di ciclismo Lamontblanc, in programma domenica 25 giugno sulle strade dell’alta Valle, ha scatenato, come prevedibile, un vespaio di polemiche.
Il comitato organizzatore fa sapere, a dodici giorni dalla manifestazione, che il Comune di La Thuile non ha autorizzato il passaggio dei ciclisti sul suo territorio e il comunicato stampa di radiocorsaweb del circuito Coppa Piemonte ironizza sulla vocazione sportiva del comune, «lo slogan “a La Thuile tutto è possibile!” non è proprio così veritiero» scrive, comunicando le modifiche e fissando il traguardo della gara lunga «all’apice del Colle San Carlo. Mentre nel programma presentato dagli organizzatori, i ciclisti, dopo il transito a La Thuile, avrebbero dovuto raggiungere il traguardo di Courmayeur, comune a tutte le prove. Il parere negativo del comune di La Thuile – si legge nel comunicato -, costringerà i ciclisti a raggiungere Courmayeur pedalando gli ultimi chilometri su strade aperte al traffico per poi transitare in maniera simbolica sotto il portale che avrebbe dovuto segnare l’epilogo della gara».
Gli organizzatori
«Questa cosa era nell’aria già dal mese di ottobre – ammette Alberto Laurora, patron della granfondo -, tutti gli anni ci sono state tensioni a questo proposito, ma abbiamo sperato fino all’ultimo che si potesse trovare una soluzione. Il disagio che il passaggio di un evento di questo tipo, che vuole muovere grandi masse di ciclisti, puà portare è minore di quanto possano essere i vantaggi. Tagliando il percorso di La Thuile mortifichiamo tutti gli sforzi fatti, non so se il prossimo anno ci sarà ancora Lamontablanc e se sarà ancora in Valdigne. Il Comune di La Thuile parla di disagi e di concomitanza con una loro manifestazione, bene possiamo trovare il modo per convivere, ma così non è stato. Perderemo concorrenti e soldi -qualche defezione c’è già stata-, pazienza ce ne faremo una ragione, è un peccato perché l’obiettivo finale di questo evento è la promozione di un turismo sportivo».
La replica di La Thuile
Mathieu Ferraris, sindaco di La Thuile, non ci sta a fare la parte del guastafeste senza spiegare le ragioni della decisione presa dal suo comune. «Sono anni che evidenziamo le grandi problematiche che per noi comporta chiudere la strada sia dal lato del Colle San Carlo, sia quella per il Colle del Piccolo San Bernardo – spiega il sindaco -. Abbiamo problemi di viabilità e sicurezza sulle strade di difficile gestione. Il passaggio della gara avviene tra le 11.30 e le 13.30, in un momento di punta, e comporta il blocco, per La Thuile, di circa un’ora e mezza. Lo scorso anno abbiamo avuto automobilisti fermi in galleria che hanno lasciato lì l’auto per andare a piedi in paese, non va bene. Abbiamo proposto delle alternative come anticipare di un’ora la partenza, spostare l’arrivo a La Thuile, o cambiare il periodo -se la manifestazione fosse a fine maggio con il Colle ancora chiuso non ci sarebbero grossi problemi-, ma nessuna delle nostre proposte è stata presa in considerazione. Gli altri paesi che ospitano la gara hanno una viabilità alternativa garantita e non hanno un collegamento internazionale alle spalle da gestire…»Ferraris ci tiene a sottolineare come la comunicazione del diniego al transito della gara sia stata comunicata agli organizzatori fion dal mese di ottobre. «Ci hanno risposto che avevano già un percorso alternativo e non abbiamo più avuto nessuna notizia, nel frattempo noi abbiamo organizzato insieme al Comune di Seez la Pass Pitchu, che oltretutto quest’anno si farà in Francia, non possiamo organizzare una festa e poi chiudere la strada! La settimana scorsa c’è stata la riunione con tutti i comuni coinvolti e abbiamo ribadito la nostra posizione. In questi anni abbiamo cercato di andare incontro all’organizzazione in tutti i modi ma siamo sempre stati presi in giro e mai ascoltati, a un certo punto basta. Oltretutto la brutta figura con gli automobilisti e anche con i ciclisti, la facciamo noi.Siamo un comune a vocazione sportiva – conclude il sindaco -, ma questo non deve andare a inficiare il resto».
(erika david)