Vaccini obbligatori: l’assessore Certan paragona l’Italia a Germania nazista
«Mai pensavo si arrivasse a tanto… e qui i vaccini non contano nulla, la scienza neppure, il dibattito è tutto su un altro livello, livello di sperimentazione di massa… mai vista una cosa del genere in nessun paese europeo, anzi sì. Vi è già stato un ventennio in Europa in cui uno con due baffetti faceva sperimentazione su uomini, donne e bambini… pensavo appartenesse al passato». E’ la dura presa di posizione dell’assessore all’Istruzione Chantal Certan sull’obbligatorietà delle vaccinazioni. Interviene su facebook, postando un subemendamento votato dal Consiglio della Provincia di Bolzano che, ieri, ha detto no alle misure coercitive per imporre i vaccini, misura che l’assessore Certan condivide. Recita il sub emendamento. «Le seguenti misure coercitive – divieto di accesso a asili nido e scuole dell’infanzia, aumento drastico delle multe e del ricorso al tribunale dei minori con relativi provvedimenti fino alla sospensione della potestà genitoriale – vanno stralciate dal decreto e sostituite da altre misure idonee a garantire il rispetto delle indicazione dell’Oms per un’efficace protezione da pericolose malattie infettive». Il Consiglio provinciale si impegna a «una campagna di sensibilizzazione da parte degli organi pubblici per aumentare la copertura vaccinale deve essere ampia ed equilibrata».
Pd, inaccettabili parole Certan che si dimetta
Non si fa attendere la reazione del Partito democratico (a difesa della legge Lorenzin) che chiede le dimissioni dell’assessore Certan motivando: «L’assessore regionale all’istruzione e cultura, sui social network, paragona lo Stato italiano alla Germania nazista: a suo dire, l’introduzione dell’obbligatorietà dei vaccini corrisponde infatti a metodi di sperimentazione sugli esseri umani che hanno avuto eguali unicamente in quel periodo storico». Prosegue il comunicato: «Anche trascurando la disgustosa bestialità di questa dichiarazione, che offende l’intera comunità scientifica, compattamente schierata in favore di questa misura, resta il fatto che nelle sue vesti di pubblico ufficiale Chantal Certan ingiuria volgarmente e pesantemente lo Stato italiano e viene meno ai più elementari doveri connessi al proprio ruolo istituzionale e prima ancora suggeriti dal buon gusto. Buon gusto che con tutta evidenza non la trattiene dal solleticare le paure più basse e irrazionali al solo scopo di ottenere la mancetta elettorale e che sono ulteriore riprova di una classe dirigente totalmente allo sbando».(da.ch.)