Casinò: presidente Marquis, è ultima chance per salvarlo
Nel replicare alle critiche piovute in Consiglio Valle sul disegno di legge di finanziamento del Casinò e sul Piano aziendale, l’assessore alle Finanze Albert Chatrian ha detto: «La soluzione che questo governo dà alla crisi del casinò è chiara, declinata, con tanto di piano di ristrutturazione con vicino un suo finanziamento, c’è il taglio del costo del personale certo. Questa probabilmente è l’ultima chiamata, l’ultima chance. I due provvedimenti in discussione rappresentano un percorso diverso. L’eredità che mi sono assunto è sicuramente pesante. Gli investimenti sono andati leggermente oltre gli 81 milioni deliberati in Consiglio e non vi è un atto nel quale si autorizza l’azienda ad arrivare a 121 milioni di spese per i lavori di ristrutturazione. Ecco perché la proposta del governo Marquis non va nella direzione della restituzione. Questa è sostanza e non è forma. Se i provvedimenti verranno approvati verseremo subito gli 8 milioni della prima tranche». Ritorna sulla garanzia da 7,2 milioni euro alle banche «eventualità temporanea anche perché altre banche stanno valutando la concessione di fideiussione». Ricorda che la seconda tranche da 6 milioni verrà erogata alla fine di luglio «solo se saranno raggiunti gli obiettivi». Ribadisce che il mandato politico «è di non lasciare indietro nessuno ma non possiamo esimerci della responsabilità di tagliare il costo del personale. C’è un’esigenza di riparametrare perché gli introiti sono cambiati, la vita è cambiata e il mondo è cambiato».
Marquis, ultima chiamata
Così il capo dell’esecutivo Pierluigi Marquis: «E’ un Piano di risanamento che è stato banalizzato. Io ritengo sia un Piano innovativo che parte da una corretta lettura delle criticità, un Piano al quale hanno concorso diverse professionalità, che per me rappresenta un punto di forza, ma di cui sarà responsabile l’amministratore unico. Non è sicuramente un Piano perfetto però è serio, credibile, certificato. Ora spetta alla nuova governance controllare la sua attuazione. Oggi siamo chiamati a una responsabilità nuova se si vuole salvare la casa da gioco. La strada è stretta ma percorribile nella misura in cui sapremo essere seri ciascuno nel proprio ruolo, governance, politica, lavoratori e organizzazioni sindacali. Dobbiamo garantire la sostenibilità dell’azienda ma alla luce del periodo che sta vivendo la Valle d’Aosta. E’ un piano inalveato nella legislazione italiana, è un punto di partenza al quale dare contenuto. Noi vogliamo un confronto corretto mettendo al centro il casinò: solo così garantiremo un futuro alla casa da gioca, ai lavoratori e alle loro famiglie». (danila chenal)