Caos microcomunità: attacco frontale alla «politica dei proclami»
Attacco frontale della Giunta dei sindaci dell’Unité des communes Grand Combin all’ex assessore regionale alla sanità, salute e politiche sociali, Laurent Viérin.In riferimento alle gravi difficoltà di cassa che attanagliano l’ente locale relativamente alla gestione delle tre microcomunità presenti sul territorio, tema affrontato da Gazzetta Matin lunedì 8 maggio, i sindaci del comprensorio hanno preso carta e penna, scrivendo un comunicato stampa dal titolo assai eloquente: «Servizi alla persona, ma quali?».Una nota nella quale si è dato tra l’altro conto dell’incontro avuto ieri – mercoledì – con tutti gli operatori socio-assistenziali impiegati nelle tre strutture (Variney-Gignod, Doues e Roisan).«Un incontro estremamente costruttivo e sereno, che ha dimostrato ancora una volta come il mondo reale sia veramente molto lontano da una certa “politica dei proclami”», denunciano gli amministratori locali della Grand Combin, che – se possibile – rincarano pure la dose: «Siamo fermi alle promesse di chi, qualche mese fa, ha garantito pubblicamente all’assemblea del CPEL (il Consiglio permanente degli enti locali, ndr) che tutti gli operatori del settore sarebbero stati regolarizzati e assunti, e che il nuovo modello sarebbe partito sotto la regia regionale. Ad oggi ci rimane solo la cosiddetta “mappatura del welfare”, un lavoro che ci è stato venduto come un risultato eclatante e che in realtà riporta solo dati e numeri, di fatto già a disposizione degli enti gestori e della Regione, che non ha definito però nessun modello».Quindi, l’affondo: «Per non parlare poi del documento sottoscritto tra l’assessore competente (Laurent Viérin, ndr) e i sindacati nel novembre 2016, “un cassetto vuoto e che a oggi non è stato riempito”», motivo per cui «i proclami sono solo “fumo” e niente di più, e noi dobbiamo affrontare i problemi, senza risposte e certezze», si legge.Problemi che sono di due ordini: il primo legato al rispetto della legge finanziaria, che impone di non assumere più del 50% delle persone in organico l’anno prima, il secondo di natura prettamente economico-finanziaria, se è vero che le tre microcomunità sul territorio hanno presentato un disavanzo di circa 400 mila euro.Motivo per cui sono allo studio soluzioni (anche drastiche) come l’esternalizzazione del servizio o addirittura la chiusura di una delle tre strutture.«Chiediamo una forte presa di posizione del Governo regionale, non è immaginabile prevedere fondi ingenti su progetti marginali e cosiddetti strategici, e poi dimenticare la persona» e «gli enti locali gestori, che da sempre garantiscono l’attuazione di tanti servizi sul territorio regionale», conclude la nota.(pa.ba.)